Napoli: i titolarissimi di Sarri per sbancare l'Olimpico

condividi su facebook condividi su twitter 14-10-2017

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Napoli: i titolarissimi di Sarri per sbancare l'Olimpico

Un match atteso due settimane. Roma-Napoli negli ultimi anni significa contendere lo Scudetto alla Juventus e mai come quest'anno le due squadre sembrano essere sullo stesso livello. La squadra di Sarri sembra lanciatissima, con un attacco mostruoso e con i meccanismi fin troppo oliati. In uno stadio Olimpico non all'altezza per questa sfida, con meno di 40.000 persone ad assistere alla gara, va in scena la sfida tra due modi di giocare diversi con un Napoli avvolgente e la Roma di Di Francesco, in grande fiducia, che punta sul gioco in verticale. Per parlare degli azzurri abbiamo contattato Giancarlo Di Stadio di IamNaples.it:

Che Napoli arriva all'Olimpico?
"Un Napoli consapevole dei propri mezzi. A parte lo stop in Ucraina gli azzurri hanno sempre vinto. E' vero che gli avversari non erano di altissimo livello, ma c'è da dire che negli scorsi anni il problema del Napoli era stato proprio quello di non riuscire a vincere quelle partite contro le piccole".

Quanto può pesare a livello psicologico una vittoria o una sconfitta?
"Questo è un campionato in cui la differenza tra le prime 6-7 e le altre è abissale. A fine anno la differenza la faranno proprio i punti negli scontri diretti. Difficilemente un big pederà tanti punti con le varie Spal, Crotone, Verona. Quindi i punti negli scontri diretti diventano ancora più importanti. Per il Napoli battere la Roma potrebbe significare non solo tre punti, ma anche aver ottenuto punti contro una squadra che potenzialmente può toglierli alla Juve. E il discorso vale anche per la Roma. Un risultato positivo o negativo influirò molto anche dal punto di vista psicologico".

Sarri e Di Francesco, due allenatori di personalità diverse:
"Sono due allenatori emergenti che sono riusciti ad arrivare in una big dopo una certa gavetta. Certo Sarri ha cominciato dal basso, Di Francesco aveva già un passato da calciatore di livello. Però non dimentichiamoci che anche il tecnico giallorosso si è fatto le ossa a Lecce, Pescara e Sassuolo prima del grande salto. Insomma una bella sfida anche da questo punto di vista".

 

L'assenza di Milik può essere un fattore alla lunga?
"Milik era quel tipo di attaccante che i consentiva di cambiare le soluzioni offensive. Con Mertens fai un gioco, con Milik ne avresti fatto un altro. E poi poteva anche essere il jolly da buttare nella mischia con un 4-2-3-1 con tutti e tre i "piccoletti" dietro di lui. Alla lunga, che poi sarebbe fino a gennaio, qualcosa il Napoli potrebbe pagare, sia in termini di prevedibilità che in termini di freschezza".

 

Quanto dispiace non poter vedere i tifosi campani stasera?
"E' sempre una sconfitta quando una tifoseria non può assistere al match. Purtroppo sappiamo cosa è successo tra le due tifoserie. C'è scappato un morto e difficilmente queste sono cose che si lasciano passare. C'è da dire che in tutto questo neanche le istituzioni hanno aiutato molto. Ma qua entriamo nel solito problma italiano: il voler curare una gamba fratturata mettendo cerotti".

Fonte: a cura di Ricardo Andres Pompili

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