Pillole di saggezza

Questione Stadio: Il Comune manca di rispetto alla Roma ed ai suoi tifosi: adesso basta

condividi su facebook condividi su twitter 19-11-2016

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Questione Stadio: Il Comune manca di rispetto alla Roma ed ai suoi tifosi: adesso basta

GABRIELE NOBILE - Fino a qualche settimana fa, in pochi conoscevano l’urbanista Paolo Berdini e la sindaca Virginia Raggi. Stessa cosa per molti altri esponenti del M5S, spuntati come funghi sicuramente non per le loro doti professionali, umane o per un curriculum particolarmente ricco di esperienze, bensì per il volere del popolo che ha deciso di puntare su questo gruppo di cyber-politici, proprio per dare una spallata al sistema che, in questi 60 anni di democrazia, ha spesso dimostrato di essere corrotto e marcio.

Il Movimento 5 Stelle si basava su alcune regole dettate da quelle che sono o erano le linee guida impartite dal compianto Casaleggio e da Beppe Grillo, quando i pentastellati riuscivano a raccogliere, attraverso uno studio delle questioni quotidiane urticanti, l’indignazione del popolo per poi trasferirla attraverso i loro “vaffa” in quella piazza virtuale che è internet, tralasciando i canali tradizionali come le radio e la televisione generalista, ovviamente senza disdegnare le piazze reali da dove lo stesso Grillo partì.

Dopo le prime batoste elettorali, i vertici del movimento capirono che dovevano iniziare a presenziare anche nei canali strategici e mediaticamente più vetusti come i talk show televisivi occupandone, di fatto, tutti gli spazi. Ed è con questo mutamento di strategia da parte del Movimento 5 stelle, che sono arrivate le prime vittorie elettorali, con la presa di Roma a giugno del 2016, che ha definitivamente imposto il M5S come nuova e reale forza di governo, in questo caso locale, ma fattivamente strategica. 

Roma capitale è diventato un format, un esperimento di marketing, un progetto pilota, che probabilmente servirà a Grillo &. Co per puntare a tutto il “cucuzzaro” ovvero il governo nazionale, specialmente dopo la data del 4 dicembre, quando, con la spada di Damocle del referendum costituzionale, cambieranno anche gli scenari della politica nazionale.

Dopo le Olimpiadi rifiutate in pompa magna, lo Stadio della Roma, presentato già da alcuni anni dai proponenti, con il presidente della Roma, James Pallotta, in prima linea ed attualmente in mano alla Regione Lazio per la conferenza dei servizi, rappresenta per i “Five Stars” un metodo per spostare il “focussu tutto quello che la giunta della sindaca Raggi, in questo momento, non sta facendo. Un progetto, quello dello stadio, non certamente condiviso da loro, questo è certo, ma che neanche può essere derubricato come un fastidio da parte di alcuni componenti dello staff della sindaca, come invece sta accadendo.

Adesso, però, bisognerà reagire. Le regole d’ingaggio della democrazia prevedono che chi sta al governo, governi e chi sta all’opposizione, la faccia nella maniera più dura possibile. In questo caso, tutti i tifosi della Roma sono certamente chiamati a stare all’opposizione. E’ inutile negarlo, anche se tra i 700 mila elettori della sindaca ce ne saranno moltissimi che portano al  collo la sciarpa della Romaqui è una questione di vita o di morte, per chi, nelle vene, si vede scorrere il sangue giallorosso.

Senza lo stadio di proprietà, la Roma rimarrà per sempre in quello cerchio dei “sospesi” e le vittorie saranno sempre più un miraggio. Deponiamo il fioretto e tiriamo fuori dal fodero la sciabola, questo è il momento decisivo per porre in essere i nostri diritti di tifosi. Una battaglia virtuale sul loro terreno, quello mediatico, dei socialnetwork e su internet, dove i 5 Stelle fino ad oggi l’hanno fatta da padroni, invadendo la rete, organizzando opere di diffamazione indifferenti ad ogni smentita. 

La Roma non si discute, si ama”, questo era lo slogan più in voga negli anni ’80 quando i giallorossi provarono (ed in alcuni casi) riuscirono ad alzare la testa, contro il potere del nord ed in particolare della Juventus. Ebbene, in questo momento esiste qualcuno che sta mancando di rispetto alla Roma, ai suoi tifosi e secondariamente anche alla proprietà americana, pronta ad investire 1 miliardo e 600 milioni di euro nel progetto stadio, dopo averne portati in dote circa 600 tra acquisizione del club e patrimonializzazione del parco calciatori.

Sarà un’impresa ardua, specialmente il “miracolo” di ricompattare l’ambiente di Roma (radio, tv, giornali e web site) spesso ostili agli americani, ma anche i più duri sostenitori della campagna “anti straccions” dovranno capire che senza stadio, i loro spazi di manovra saranno sempre più ristretti. La Roma intesa come “Top Club” farà bene anche ai loro bilanci, con una “Rometta” stile anni ’70 sarà, probabilmente, la fine dei giochi.

Serve un movimento d’opinione da parte di chi porta la Roma nel cuore, solo in questa maniera e con la giusta pressione, mediatica e popolare, i vertici del comune di Roma oltre che i membri del M5S, rispettando le regole democratiche, porteranno a compimento il progetto dello stadio.

Se poi scopriremo che dietro al progetto dello stadio si celano affari poco chiari, speculazioni edilizie al limite del tollerato, saremo i primi a fare un passo indietro, ma, al momento attuale, la Roma ha bisogno dell’appoggio incondizionato dei suoi sostenitori, senza se e senza ma.

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walter 20/11/2016 - Ore 08:12

non fa una piega.. purtroppo però come disse il grande presidente VIOLA i nemici li abbiamo anche dentro casa e quelli che non voglio lo stadio per altri interessi

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