Red carpet

Da Lucho a Luciano

condividi su facebook condividi su twitter 17-01-2016

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Da Lucho a Luciano

INSIDEROMA.COM – TORRI - Ho aspettato la prima conferenza stampa autentica, diciamo così, considerando formali, istituzionali e nulla più quelle rilasciate a microfoni che hanno gli stessi colori della maglia che è tornato a indossare. Ho aspettato perché in questi primi giorno dal suo ritorno, era inevitabile che ci sarebbe stato un diluvio di parole dette e scritte per santificare la seconda volta di Luciano Spalletti a Trigoria, uno scudetto strameritato ma scippato, due coppe Italia, una Supercoppa italiana, il ricordo di un calcio che da queste parti non si è più visto, un addio senza troppi ringraziamenti, unico vero errore della sua prima volta quel viaggio in segreto a Parigi per incontrare un signore che si chiama Roman Abramovich. Ho aspettato perché godermi da spettatore, ascoltatore e lettore, il festival degli amici del capoccione. Amici che magari non hanno mai visto un suo allenamento, non ci hanno mai scambiato quattro chiacchiere, non ci hanno mai parlato al telefono magari millantando di parlarci tutti i giorni, allora gli chiedi il numero di telefono di Lucianone e ti dicono che non ce l'hanno mai avuto. Ho aspettato, pur sapendo che sarebbe stato tempo perso. Almeno nel mio giudizio. Per me Luciano Spalletti è il più bravo di tutti, per questo applaudo la scelta della Roma, in assoluto, non nel particolare tipo visto che non si poteva prendere Conte...

Applaudo perché non solo la Roma ha preso un grande allenatore, ma perché la società è tornata al punto di partenza, all'idea giusta in un posto come Roma dove non è che si vinca in maniera biennale, quinquennale, decennale. L'idea era quella di far partire, inseguire, coltivare, far sbocciare un progetto. Come era stato all'alba americana con Luis Enrique, fresco fresco vincitore del Pallone d'oro degli allenatori, così tanto per dire. Dopo c'è stato il revival Zeman che pure a Trigoria erano convinti non sarebbe arrivato in porto (e questa è stata una colpa della società), l'intermezzo Andreazzoli che peraltro Lucianone ha rivoluto al suo fianco, la grandeur francese di Rudi Garcia che alla società è scoppiata in mano nella prima stagione al punto da fargli firmare un contratto alla Ferguson per poi afflosciarsi gradualmente e inesorabilmente.

La Roma è tornata al punto di partenza, senza passare dal via per chi è pratico del Monopoli. Spalletti è un progetto che nelle intenzioni, ne sono sicuro, di società e tecnico va ben oltre l'anno e mezzo di contratto sottoscritto. Il minimo sindacale, se ci si pensa. Spalletti ha già dimostrato di poter mettere in piedi un progetto vincente. Lo ha fatto con una Roma, nonostante quello che si dica spacciandolo per verità, alle prese con problemi economici che non consentivano sogni, basti ricordare che l'Adriano del Barcellona che la Roma pare stia trattando, all'epoca non fu preso per duecentocinquantamila dollari, per informazioni più dettagliate chiedere all'avvocato Dario Canovi. Ora, e pure qui nonostante quello che si dica, la Roma ha basi più solide, una capacità di manovra sul mercato in altri tempi inimmaginabile. E allora, per tutto quello che ho detto, sono tornato a sognare. Non so quest'anno, forse non ci sono i margini, ma questo è un progetto che ha tutto per portare il vessillo in porto.

Fonte: a cura di Piero Torri

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