Red carpet

Rivoglio l'hombre vertical

condividi su facebook condividi su twitter 01-12-2015

| | Commenti →
Rivoglio l'hombre vertical

Due premesse. La prima: è una provocazione. La seconda: sempre che rivinca tutto con il Barcellona e si stanchi di vincere facile. Detto questo, rivoglio Luis Enrique. E pagherei di tasca mia per toccare con mano cosa sarebbe successo se l'hombre non avesse rassegnato le dimissioni al termine della sua unica stagione romana e romanista. Per carità, stagione di lacrime e sangue, tante sconfitte, alcune umiliazioni, scelte non sempre comprensibili e condivisibili, ma anche l'idea della partenza di un progetto, di un percorso che davvero poteva portare a un cambiamento epocale. Sì, è vero, a piede libero ci sono Luciano Spalletti, Fabio Capello, Marcello Lippi, Carlo Ancelotti, ma io quel progetto abortito senza concedergli neppure l'appello continua a lasciarmi con il rimpianto di non aver visto, fino in fondo, l'effetto che poteva avere.

Mi rendo conto che con questa nostalgia catalana-asturiana, più di qualcuno mi insulterà. Me ne faccio tranquillamente una ragione. Ma visto che il toto Garcia è già cominciato, peraltro da un pezzo, perché non ripensare all'hombre vertical? Peraltro lo stesso Lucho non più tardi di qualche giorno fa, non ha escluso per il suo futuro un ritorno alla Roma. Qualcuno, legittimamente, si domanderà: perché mai ripartire proprio da Luis Enrique? Credo che ci possano essere una buona serie di motivi.

Il primo: perché quando è arrivato sulla panchina della Roma, l'accusa più ricorrente che gli è stata mossa, magari anche per giustificarlo, è stata quella che fosse ancora un bambino alle prime armi per una panchina importante come quella della Roma, nessuna esperienza ad alto livello, in precedenza solo il Barcellona B, squadra che se perdeva o vinceva non cambiava nulla. Bene, ora quell'esperienza se l'è fatta portando il Barcellona dove prima solo Pep Guardiola c'era riuscito, tra l'altro giocando un calcio che voi umani...

Il secondo: stavolta non troverebbe i cocci di un gruppo da rifare, ma uno scheletro di squadra ancora giovane (Florenzi, Manolas, Pjanic, Nainggolan, Salah, Gerson, Digne, Strootman) su cui lavorare da subito per costruire un grande futuro. Insomma non dovrebbe giocare con una linea difensiva che recitava Rosi e Jose Angel esterni bassi, Kjaer-Heinze coppia di centrali difensivi. 

Il terzo: perché è un hombre vertical. E forse mai come in questo momento alla Roma serve un allenatore e un uomo con la schiena dritta, per nulla disposto ai compromessi, in grado di essere un generale e un esempio per uno spogliatoio che in fatto di personalità latita in maniera ormai atavica.

Il quarto: perché i reduci della sua esperienza romana e romanista, Totti, De Rossi, Pjanic, lo riaccoglierebbe con un red carpet e, forse, pure l'ambiente stavolta storcerebbe un po' meno la bocca rispetto a quella prima volta quando la bocciatura fu decretata prima ancora che facesse il check-in per il volo Barcellona-Roma.

Il quinto: perché anche il viaggio più lungo comincia con un primo, piccolo passo. E l'hombre vertical di passi, dopo Roma, ne ha fatti parecchi.

Fonte: a cura di Piero Torri

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

adriana 01/12/2015 - Ore 13:11

Eppure anche lui e' scappato dal clamore mediatico ....che gli ha provocato l'ulcera....perche' uno guarito da quei dolori lancinanti che da' l'ulcera dovrebbe tornare a farsela rivenire????? purtroppo a Roma siamo circondati da TUTTOLOGI che farebbero scappare anche un sordocieco!!!!!!!

gianluca 03/12/2015 - Ore 19:14

Manco a lì cani !

Archivio rubrica

-->
chiudi popup Damicom