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RicorGOL: Velocità uguale spazio diviso tempo

condividi su facebook condividi su twitter 03-08-2022

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RicorGOL: Velocità uguale spazio diviso tempo

In Fisica, più propriamente nella fisica cinematica, la velocità è una grandezza vettoriale definita come il rapporto tra lo spostamento effettuato da un corpo ed il tempo che esso impiega per percorrerlo, o più impropriamente viene stabilita come il rapporto tra lo spazio e il tempo.

In classe ai tempi della Seconda Liceo, il Professor M. ci spiegava questa teoria fisica lanciando il gessetto, con cui era solito scrivere sulla lavagna, attraverso la classe. Lo faceva accompagnato da una leggera balbuzie e da un’insolita rapidità con cui pronunciava una parola dietro l’altra quasi a farle diventare una soltanto, fatto che rendeva difficile afferrare il concetto nell’immediato. Era necessario ripetere le sue parole in testa, con calma, e solo allora si capiva cosa volesse dire.

Inutile dirlo: il professor M. andava al doppio.

Si può arrivare a dire che il professor M. fosse imprendibile nell’esatto momento in cui faceva fuoriuscire un concetto dalla sua testa alla sua bocca. Si può arrivare a dire che in certo qual senso incarnava la velocità vettoriale quando voleva esprimere un concetto, e noi alunni avevamo il compito di provare a inseguire quella rapidità.

La velocità della fisica cinematica onestamente io l’ho definitivamente capita nel 2013.

Precisamente il 29 settembre. Ancora più precisamente al 61esimo minuto di Roma-Bologna.


Erano circa 38.467 gli spettatori allo Stadio Olimpico quella sera. La Roma veniva da un periodo felicissimo, 5 vittorie su 5 giocate, e si apprestava a inanellare la sesta quella sera. Il direttore d’orchestra di quella macchina macina vittorie era stato Rudi Garcia, il tecnico francese venuto dal Lilla.

La partita per la Roma era iniziata subito col piede giusto: prima Florenzi al minuto 8, insaccava un bolide di Pjanic ribattuto da Curci, raddoppiava poco dopo al minuto 17 con Gervinho con un tiro che rasoiava l’erba battendo l'estremo portiere avversario sul primo palo. Poi seguiva, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, la zampata vincente di Benatia per il 3-0 giallorosso al minuto 26.

La Roma di Garcia era oramai prossima a vincere anche questa gara.

Al 61esimo di quella partita, però, mi ritornò in mente il Professor M., le sue parole, rapidi, velocissime, pronunciate quasi come fosse una soltanto.

Allo stesso modo Gervinho prese palla sulla trequarti, quasi sull’esterno sinistro del campo, e mi fece capire una cosa che il professore provava a spiegarci ai tempi della seconda liceo.

Il giocatore ivoriano la iniziò ad accarezzarla con l’esterno del piede destro una serie innumerevole di volte, come fosse un unico tocco, come fosse un concetto intero detto così velocemente da sembrare un’unica parola.

Scatenò la sua velocità, percorse quasi quaranta metri come se stesse sfiorando il manto erboso con la palla al piede in appena 7 secondi scarsi prima di scaraventare il pallone in rete con robusto tiro a girare sul secondo palo. Il gessetto lanciato tra i banchi della seconda liceo.

Ora le parole del professor M. non erano più accavallate una sopra l’altra nella mia testa, dopo anni si stavano slegando l’una dall’altra rendendo chiarissimo quello che ai tempi del liceo era così inafferrabile.

Così come Gervinho in pochissimi secondi aveva fatto esplodere quella velocità su quel campo, il professor M. spiegava la fisica con una sola parola lanciando il gesso tra i banchi. Così io capii la cinematica.

Velocità = Spazio/Tempo.

di Vasco Maria Ciocci

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