Lorenzo Motta svela i rischi in Marina Militare

condividi su facebook condividi su twitter 21-07-2020

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Lorenzo Motta svela i rischi in Marina Militare

Non tutti sanno che nella Marina Militare Italiana è in atto una vera e propria strage. A parlarne è il sottoufficiale della Marina Militare Lorenzo Motta.

I militari della Marina durante il loro servizio venivano continuamente esposti a cancerogeni come amianto, ma anche uranio impoverito e vaccini con metalli pesanti e altri additivi.

Il caso di Lorenzo però è molto particolare, in quanto si è arruolato giovanissimo per servire la propria patria e ha svolto missioni estere nel Mediterraneo, nel canale di Suez, Stretto di Gibilterra, Golfo Persico, etc., all’età di 24 anni (dicembre 2005), dopo aver navigato per circa 5 anni, è stato colpito da linfoma di Hodgkin.

Il giovane Lorenzo si arruola giovanissimo e sano come un pesce nella Marina Militare, afferma poi di aver affrontato numerose peripezie ma di esserne uscito sempre integro. Purtroppo a ferire Lorenzo non sono stati i colpi del nemico, ma i cancerogeni a cui è stato esposto dalla stessa Marina Militare.

Tra questi troviamo: amianto, benzene, onde ionizzanti e non ionizzanti, proiettili all’uranio impoverito, vaccini con additivi e metalli pesanti. Alla luce di questa triste storia l’ONA si è battuta contro le forme di negazionismo e di ostruzionismo.

L’associazione ha infatti costituito il “Dipartimento tutela esposti all’uranio impoverito” e ne ha affidato il coordinamento proprio al Sottocapo Lorenzo Motta, il nostro giovane eroe siciliano, che, nel frattempo, si era sposato con la Sig.ra Concetta, che gli ha dato 4 figli.

La sindrome del Golfo

Sono sempre più numerosi i casi di militari che a causa del loro servizio prestato alla Patria, contraggono poi alcune patologie o sindromi molto particolari. È il caso della Sindrome del Golfo e poi dalla Sindrome dei Balcani, secondo i dati dell’Osservatorio Militare, e coerenti con quelli dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, sono a centinaia, e più di 372 hanno perso la vita per tali neoplasie a fronte di un contingente complessivo di  7.693.

LA STRAGE DELL’URANIO IMPOVERITO

I proiettili all’uranio impoverito sono stati utilizzati principalmente dagli USA nella guerra del Golfo come nel conflitto sui Balcani. Questi proiettili sono stati utilizzati per disintegrare alcuni obiettivi tra cui carrarmati, installazioni a terra comprese quelle in cemento amianto.

Le “bombe all’uranio impoverito” erano in grado di scatenare tale forza distruttiva anche di energia termica di migliaia di gradi tale da polverizzare tutti gli obiettivi, che fossero: carri armati o installazioni a terra anche quelle in cemento amianto.

La temperatura di questi proiettili era in grado di generare una temperatura superiore ai 3000° e anche ai 5000°. I carri armati si riducevano in polvere. I metalli pesanti in nano particelle. I nostri militari e lo stesso Lorenzo Motta dovevano intervenire nei teatri bellici dopo l’utilizzo di questi proiettili.

Il paesaggio era lunare. Tutto era disintegrato. Radiazioni, nano particelle tra cui quelle di metalli pesanti, fibre di amianto, polveri di cemento. Il Motta e così gli altri nostri eroici militari, nel Golfo come nei Balcani erano ignari di questa situazione di rischio.

L’ONA IN PRIMA LINEA PER LE VITTIME

Oggi sappiamo con certezza che molte, troppe verità erano celate. Grazie a uomini come Vannacci e a chi ha vissuto la malattia o perso i loro cari, gli scheletri nell’armadio riemergono come cadaveri sulla riva dopo la tempesta.
Non solo.
Secondo il ministero della Difesa “… la forma in questione (del linfoma) non può attribuirsi allo stesso, pur considerando tutti i suoi aspetti descritti agli atti…”.
E di fatto nega i diritti ai militari della Marina che hanno svolto missioni all’estero, come Lorenzo Motta.

La nave Scirocco, sulla quale è stato imbarcato Motta Lorenzo, nostro giovane eroe, ha svolto missioni di antipirateria, antiterrorismo e impegno umanitario in linea con gli ideali e i valori dei nostri giovani militari della marina Militare.

VACCINI MILITARI, OMBRE E SOSPETTI

La storia di Lorenzo getta anche qualche ombra riguardo la somministrazione dei vaccini con additivi e metalli pesanti e uso dei proiettili all’uranio impoverito.

Ebbene, Lorenzo è uno dei pochi appartenenti alle Forze Armate per i quali la Magistratura ha pronunciato una parola chiara: c’è causa di servizio in particolari condizioni ambientali ed operative eccedenti l’ordinarietà, ai sensi dell’art. 1, co. 564, L. 266/2005, e art. 1 del d.p.r. 243/2006.

Il Ministero avrebbe dovuto spiegare per quale motivo non aveva riconosciuto la causa di servizio e la qualità di vittima del dovere, anche perché Lorenzo era sano come un pesce all’età di 20 anni e, all’età di 24, non è spiegabile che sia stato colpito da linfoma di Hodgkin.

Con lui si sono ammalati circa 7.500 tra coloro che hanno svolto missioni. Sono 372 i militari Italiani deceduti a causa dell’uranio impoverito, mentre, per le patologie asbesto-correlate sono almeno 3.500, di cui almeno 2.000 in Marina Militare, stime prudenziali dell’ONA.

IL VERDETTO DEL CONSIGLIO DI STATO

Proprio nella motivazione della sentenza del Consiglio di Stato, viene sottolineato il valore decisivo del contegno dell’amministrazione, la quale non è stata in grado di eccepire e dimostrare un decorso alternativo.

«Non riesci a immaginare che qualcuno possa farti del male o per ignoranza o perché lo sta facendo davvero. Ad esempio – continua Motta – si pensi a come deve essere fatta la vaccinazione contro il tifo. Secondo la norma, questa deve essere somministrata 30 giorni prima che il personale militare possa essere esposto nel territorio dove c’è il rischio di prendere questa malattia.
La somministrazione del vaccino avviene attraverso 3 pillole che devono essere assunte a giorni alterni per 3 giorni. Quindi in questo caso per sei giorni.
Ma non è successo.
Non hanno rispettato i 30 giorni. Addirittura, ci venivano somministrate le pillole tre giorni prima di sbarcare all’estero. E non è tutto. Nel braccio destro ci facevano il vaccino contro la febbre gialla, a sinistra ne somministravano un altro.

Dopo il trattamento vaccinale che ci hanno fatto, assolutamente non in regola, avevo, di sicuro, una deficienza immunitaria».


Purtroppo, Lorenzo non è stato l’unico a vivere questo brutto incubo, anche molti dei suoi colleghi hanno vissuto e vivono ancora oggi nelle stesse tristi circostanze.

Tra i ricordi di Lorenzo riaffiorano alcuni episodi tristi e preoccupanti. Dopo essersi sottoposti ai vaccini molti dei suoi colleghi durante la notte accusavano strani sintomi come: febbre,  gambe gonfie, occhi gonfi, nausea, vomito e in alcuni casi addirittura crisi epilettiche.

Tutto ciò potrebbe esser ricondotto al fatto che il loro sistema immunitario non rispondeva adeguatamente al programma vaccinale. Inoltre, si trovavano in un territorio estero esposto ad agenti tossici a causa degli americani che all’epoca hanno bombardato con munizionamento all’uranio impoverito.

«Purtroppo, sono stati molto bravi a far sparire il mio libretto vaccinale che tutt’oggi non si riesce a trovare.
Infatti il consulente tecnico d’ufficio, nominato dal Tar Lazio,

durante le indagini peritali ha chiesto espressamente al ministero della Difesa di riprodurre o recuperarlo ai fini della causa.
Dopo due anni non riescono né a trovare il libretto né tantomeno a riprodurlo
».

L’INCONTRO CON L’ONA E L’AVVOCATO EZIO BONANNI

Un giorno ricevette una telefonata da un carissimo amico, l’onorevole Falco Accame, ammiraglio e presidente della ANAVAFAF (Ass. Naz. Assistenza Vittime Arruolate Nelle Forze Armate).

«Lui mi mise la pulce nell’orecchio: “Lorenzo ma tu sei stato all’estero – disse – sei sicuro di non essere stato a contatto con l’uranio impoverito? Sei stato sottoposto a vaccinazioni? Ti ricordi se in quei posti c’era l’aria pesante?”. Grazie a lui i ricordi di Lorenzo riaffiorarono. Iniziò a rendersi conto che c’erano tante cose che non andavano.
Conobbe, così, l’avvocato Pietro Gambino e l’avvocato Ezio Bonanni.
Bonanni gli chiese di diventare il coordinatore dell’ex dipartimento vittime uranio impoverito e vaccini dell’ONA.
Per un periodo lo fece ma, successivamente, dovette abbandonare questo incarico perché aveva molte cose da gestire.  Peraltro, promise all’avvocato Bonanni di tornare, un giorno, ad occupare quel posto all’ONA.

 «Ho aiutato tanti ragazzi che ora non ci sono più. Molte mogli sono rimaste vedove. Possono raccontare la storia.

 Grazie all’esperienza fatta sulla mia pelle sono riuscito ad aiutare questi ragazzi a non cadere nell’inganno come me che dopo aver vinto tutti i gradi di giustizia della giustizia amministrativa mi ritrovo ancora oggi a non avere niente in mano. 

Dopo aver parlato con l’ammiraglio contattai un avvocato e feci istanza di causa di servizio. Chiesi che la mia patologia fosse riconosciuta perché attinente al servizio».

Era il primo luglio del 2010 quando ricevette la notifica della non dipendenza da causa di servizio.
Il ministero della Difesa non ha riconosciuto la dipendenza da causa di servizio.

I SERVIZI DI ASSISTENZA GRATUITA ONA

L’ONA ha costituito il Dipartimento delle Vittime della Marina Militare ma anche dell’Uranio Impoverito e dei Vaccini. Lorenzo Motta annuncia il rientro nella sua funzione di coordinatore del dipartimento dopo un periodo di stasi dovuto alle sue condizioni di salute “più agguerrito di prima”, dismette l’uniforme del marinaio della Marina Militare, per diventare il nuovo guerriero dell’ONA.

L’esperienza ventennale di Lorenzo Motta ha fatto si che molti militari si affidassero alla sua storia grazie all’intervento degli Avvocati Ezio Bonanni e Pietro Gambino, hanno ottenuto leggendari risultati. Ecco la decisione di Lorenzo Motta del perché del ritorno al fronte, in modo che altri militari come lui possano avere la speranza di avere una vita. Per questi motivi l’ONA è sempre in trincea, per la tutela dei diritti delle vittime.

Fonte: Osservatorio Nazionale Amianto

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