Avvelenato dall'amianto e dall'uranio impoverito

condividi su facebook condividi su twitter 12-12-2018

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Avvelenato dall'amianto e dall'uranio impoverito

 di Tiziana Cardarelli

Maresciallo dell'Esercito ucciso dall'Uranio impoverito dopo lunghe missioni nei Balcani

Avvelenato. Un cocktail micidiale per l’organismo che non ha dato via di scampo al maresciallo dell’Esercito Alberto Sanna. Trentasette anni a contatto con uranio impoverito, fumi di scarico di motori, piombo, campi elettromagnetici, polveri d’amianto, radiazioni ionizzanti, benzene e fibre artificiali isolante come vetro, roccia e ceramica.

Nano particelle di uranio e fibre velenose hanno provocato la morte per leucemia del povero militare romano. L’uomo è morto a settembre del 2009, all’età di 65 anni, dopo atroci sofferenze.

Sanna ha lasciato nello sconforto la famiglia che ora vuole giustizia per il loro congiunto. La moglie e i tre figli si sono rivolti all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha ottenuto il riconoscimento di vittima del dovere. L’Osservatorio Nazionale Amianto è l’associazione della categoria delle vittime dell’amianto e di altri cancerogeni lavorativi, tra i quali l’uranio impoverito, altro big killer per i militari italiani.

Il figlio Daniele Sanna si è rivolto all’autorità giudiziaria dopo aver appreso il contenuto della relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta della Camera dei Deputati (7 febbraio 2018) e ha chiesto giustizia. Avendo altresì ottenuto il riconoscimento di orfano di vittima del dovere senza che però gli fossero riconosciute le doverose spettanze, ha citato in giudizio lo Stato Maggiore dell’Esercito italiano e il Ministero della difesa per ottenere verità e giustizia.

Daniele lamenta il fatto che le alte gerarchie hanno privato il congiunto delle necessarie informazioni sulle condizioni di rischio e soprattutto della presenza di nanoparticelle all’uranio impoverito nei teatri di missione dove il padre militare è stato impiegato.

Il maresciallo Sanna, una vita dedicata al servizio e al dovere nei confronti dello Stato, della società e della famiglia, è stato fulminato dalla leucemia che lo ha strappato all’amore e all’affetto della moglie e dei figli, rimasti così orfani in età adolescenziale.

Una malattia fulminea  riconosciuta dal Ministero della Difesa come causa di servizio. I familiari hanno ottenuto il riconoscimento di vittima del dovere, ma
non è sufficiente e soprattutto è singolare che non siano state riconosciute tutte le spettanze economiche maturate dalla vedova e dagli orfani, i quali hanno quindi dovuto ricorrente all’autorità giudiziaria.

“Le continue missioni nei Balcani hanno costretto mio padre a intervenire nei teatri di guerra dove erano stati esplosi proiettili all’uranio impoverito, in un settore che inizialmente non era destinato ai militari italiani. I proiettili all’uranio impoverito sviluppano elevatissime temperature che polverizzano perfino i carri armati oltre alle abitazioni in cemento amianto. Mio padre - racconta Daniele Sanna - interveniva ignaro e inconsapevole, come un agnello sacrificale, nelle zone dopo poco prima erano stati sganciati questi proiettili, vi erano perfino cannoni completamente polverizzati. Le nano particelle di metalli pesanti, le fibre di amianto, le radiazioni, tutto ha contribuito ad uccidere mio padre. Mio padre è stato ucciso dalla negligenza, dalla noncuranza, dallo sfregio per la dignità della persona umana come ha fatto emergere la Commissione Parlamentare d’Inchiesta dove vi è stata l’audizione del nostro legale, l’avvocato Ezio Bonanni, il quale ha lanciato un duro atto di accusa sulla negligenza, imperizia e imprudenza di chi avrebbe dovuto quantomeno avvertire i tutti gli altri nostri sventurati militari”.

Scoppia in lacrime Daniele e con voce rotta dal pianto continua il racconto.

“Il calvario di papà è durato cinque mesi. Cinque mesi di atroci sofferenze. Corse in ospedale, emorragie e trasfusioni continue.  La mia vita e quella della mia famiglia – conclude Daniele -  è cambiata totalmente da quando lui non è più tra noi.”

Dolore misto a rabbia sono sentimenti comuni a chi si trova ad assistere una persona cara malata di cancro. La rabbia diventa sempre più forte, fino a squarciarti l’anima, quando senti la ‘puzza della morte’ provocata dall’incuria e dalla negligenza di chi avrebbe potuto prendere provvedimenti per garantire la tutela della salute dei dipendenti e invece non l’ha fatto, sottovalutandone l’importanza.

“La leucemia mieloide cronica è una neoplasia mortale causata dalla nano particelle e comunque dall’utilizzo di uranio impoverito nei teatri Balcanici. Nel nostro caso – spiega l’avvocato Ezio Bonanni -  lo sventurato militare è deceduto dopo appena 5 mesi, altri lottano per anni tra la vita e la morte, sospesi in un filo nel vuoto. La malattia sconvolge anche la vita dei familiari, ruba la serenità e il futuro ai figli, anche quelli che non rimangono orfani ma che sono comunque coinvolti nel calvario e nella sofferenza di un genitore gravemente malato. Ci siamo appellati al Ministro della Difesa – aggiunge il presidente ONA perché venga meno questo comportamento del mancato riconoscimento integrale dei diritti delle vittime, come per gli eredi Sanna, che hanno ottenuto meno del dovuto. Tutto si fonda su cavilli e quindi su cavilli si deve proseguire nell’azione giudiziaria. Noi come ONA ci siamo e ci saremo. Speriamo che il nuovo Governo a guida 5 Stelle e Lega – continua il legale - mantenga fede alle promesse elettorali e risolva la condizione di rischio dei nostri militari assumendo i giusti provvedimenti per le bonifiche e messe in sicurezza e per evitare che nel corso delle missioni i nostri militari rimangano esposti a questi killer mortali. Il risarcimento serve a poco. Il trauma della morte che sconvolge i familiari non ha somme che possano sanare le ferite che grondano di sofferenza.

In ogni caso, il lavoratore ha diritto al rilascio della certificazione sulla base dell’art. 13 co. 7 L. 257/92, quindi con accredito maggiorazioni contributive amianto e prepensionamento. Per i lavoratori già in pensione – conclude l’esperto legale – vi è il diritto all’aumento della prestazione pensionistica Inps».

SERVIZI GRATUITI ASSISTENZA ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto offre servizi legali e medici gratuiti per le vittime amianto e per coloro che hanno contratto anche la leucemia mieloide cronica. Per maggiori informazioni contattare il numero verde 800034294, oppure consultare: www.osservatorioamianto.com, www.eziobonanni.comwww.onanotiziarioamianto.it

 

Fonte: Ufficio Stampa ONA

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