Amianto nell'Ospedale di Rieti, si contano già due vittime

condividi su facebook condividi su twitter 18-07-2018

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Amianto nell'Ospedale di Rieti, si contano già due vittime

È deceduto lo scorso 27 aprile Roberto Lucandri, fido collaboratore dell'Osservatorio Nazionale Amianto e amorevole padre di famiglia. È stato stroncato dal mesotelioma, patologia che viene contratta solo in contatto con l'amianto.

Roberto Lucandri ha lavorato per quasi una vita all'interno dell'Ospedale di Rieti, luogo in cui c'era una presenza massiccia di amianto, la struttura ospedaliera era infatti imbottita di amianto e Roberto assieme ad un altro collega si è ammalato a cause delle fibre di amianto.

Ad oggi la figlia, la sig.ra Roberta Lucandri chiede giustizia per il padre, deceduto dopo aver trascorso 7 lunghi anni tra atroci sofferenze e la paura fissa negli occhi, la sig.ra Lucandri ha infatti depositato presso la Procura della Repubblica di Rieti un esposto denuncia per il reato di omicidio. La morte di Roberto fa seguito a quella del Sig. N.M., anche egli dipendente della ASL ed esposto professionalmente a polveri e fibre di amianto, per via della sua presenza nell’Ospedale di Rieti.

Non un caso quindi ma una conferma al fatto che la presenza di amianto all'interno di quella struttura è dannosa e può condurre alla morte. La singolare vicenda del Sig. Roberto Lucandri ha visto l’INAIL (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul lavoro) di Rieti opporsi al riconoscimento dell’origine professionale della patologia, gettando così i famigliari della vittima nel totale sconforto.

I famigliari della vittima si sono rivolti all'avv. Ezio Bonanni, presidente ONA, per riuscire a rendere giustizia all'anima di Roberto, ha infatti dichiarato in merito l'avv. Bonanni:

«Ho impugnato la sentenza del Tribunale di Rieti perché errata e ingiusta. La Corte di Appello di Roma, contrariamente al Tribunale di Rieti, ha disposto l’accertamento medico legale che è culminato con il riconoscimento del nesso causale. Ora la stessa medicina legale dell’INAIL riconosce il nesso causale, però ancora non viene liquidata la rendita, questa volta in favore della vedova, essendo il povero Roberto ormai deceduto nelle more del processo».

Il mesotelioma che ha colpito le due vittime era di tipo pleurico, una delle forme più aggressive ma nonostante ciò, sono riusciti a invocare giustizia fino all'ultimo respiro.

La rabbia è tanta, soprattutto se ci si sofferma sul fatto che in principio persino l'ASL e l'INAIL, negavano la presenza dell'asbesto nascondendo all'opinione pubblica la triste realtà dei fatti.

L’INAIL nel commentare la CTU della Corte di Appello di Roma, attraverso il suo CTP, Dott. Giovanni Pirrotta, dirigente medico I° livello, ha concluso che l’ausiliario del Giudice giunge al convincimento di sussistenza di nesso di causa, con criterio di verosimiglianza … considerato che di fatto l’assicurato ha svolto tale mansione dal 1973 e fino al 2005, ovvero per molto tempo prima della legge di messa al bando dell’amianto … si ritiene infruttuoso sollevare eccezioni in relazione al nesso di causa.

Proprio grazie a questo è stato concordando anche dall'INAIL di Rieti il nesso causale, ma essendo deceduto il Sig. Lucandri Roberto, il testimone dell’istanza di giustizia, da questi avanzata quando era in vita, viene preso e la battaglia viene proseguita dalla figlia Sig.ra Roberta Lucandri, sempre con il sostegno dell’Avv. Ezio Bonanni e dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

La sig.ra Roberta Lucandri ha dichiarato in merito, a voce alta:

«Chiedo giustizia per la morte di mio padre. Mi batterò contro tutto e tutti per far venire alla luce la verità, e rendere memoria a mio padre, un uomo giusto, ucciso dall’amianto dopo 7 anni di atroci sofferenze. Anche sulla base dell'accertamento della Corte di Appello (che ha sconfessato le tesi negazioniste dell’INAIL), ritengo che per la morte di mio padre a causa del mesotelioma, ci sia il reato di omicidio, e chiedo che la Procura della Repubblica di Rieti faccia giustizia e inizi il processo penale a carico dei carnefici che hanno provocato la sua morte, e quella di un suo collega di lavoro. Si consideri che è stato utilizzato amianto in un ospedale, e la bonifica c’è stata solo a partire dalla nostra denuncia: si tratta di una vergogna, per cui abbiamo depositato, oltre alla denuncia penale per il reato di omicidio, anche un’istanza sulla base dell'art. 335 3 ter c.p.p., per conoscere lo stato delle indagini, visto che il mio povero padre aveva già denunciato i fatti alla Procura della Repubblica di Rieti, tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006. Attraverso l’Avv. Ezio Bonanni ho chiesto quindi che il Sig. Procuratore della Repubblica voglia disporre l’inizio del procedimento, atteso che il medesimo è stato già rubricato con il n. 777/2016 RG NR (Dott.ssa Cambi) e che dovrebbe risultare pertanto istruito»

In attesa dei prossimi aggiornamenti vi invitiamo per qualsiasi informazione sul mesotelioma o altre patologie asbesto correlate, a contattare il numero verde gratuito: 800 034 294 o consultare la pagina dello Sportello Amianto.

 

Fonte: Ufficio Stampa ONA

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