L'ONA ottiene giustizia per un'altra vittima del dovere

condividi su facebook condividi su twitter 21-01-2019

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L'ONA ottiene giustizia per un'altra vittima del dovere

Condannato il Ministero della Difesa a risarcire vedova e orfana di Antonello Serru, vittima del dovere. L'ONA ha ottenuto ancora giustizia.

Ona, Bonanni: "Necessario intervento del Governo per risarcimento amianto Marina Militare"

L'Avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei famigliari di Serru Antonello: "Assurdo dover ricorrere al giudice che un ostinato atteggiamento di chiusura costringa le vittime ad agire per il riconoscimento dei loro diritti, tanto più per le vittime dell'amianto in Marina Militare"

Amianto: strage in Marina

il Tribunale di Roma ha condannato il Ministero della Difesa e ha equiparato le vittime del dovere a quelle del terrorismo e della criminalità organizzata. Una sentenza storica per tutte le vittime del dovere, ovvero militari o appartenenti alle forze dell'ordine che hanno contratto patologie a causa dell'esposizione ad amianto o altri cancerogeni durante la propria attività lavorativa.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice del lavoro Ottavio Picozzi, tanto da essere ripresa dai telegiornali nazionali. Un verdetto nei confronti del Ministero perché tutti i danni subiti dalla vedova e dall’orfana di  Serru Antonello, siano indennizzati anche con il riconoscimento di vittima del dovere con equiparazione alle vittime del terrorismo.

Antonello Serru è morto a 55 anni per mesotelioma pleurico sinistro. Una patologia letale provocata dall’esposizione professionale ad amianto avvenuta nel periodo di servizio nella Marina Militare.

Il racconto della figlia della vittima

"Mio padre ha respirato amianto all'interno dei locali della marina militare - racconta la figlia della vittima -. Le navi, i macchinari e le stesse cuccette dove dormiva, erano in amianto. Mio padre era esposto all'amianto ventiquattrore ore su ventiquattro. Non esiste risarcimento  - conclude con gli occhi pieni di lacrime - che possa restituirmi il suo amore. L'amore non si compra e non si vende. Il danno ormai è stato fatto e mio padre non c'è più".

Le parole della giovane donna lasciano trapelare la tristezza e il vuoto dentro che porta con sé dalla tenera età di 12 anni. L'unica consolazione ora è quella di avere vinto almeno la sua battaglia contro la Marina Militare. Una battaglia durata ben 17 anni che ha visto la vittoria grazie all'avvocato Ezio Bonanni.

La soddisfazione del Presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto

Entusiasta il  Presidente dell’Osservatorio nazionale Amianto e legale delle parti civili, Ezio Bonanni:

"E’ una sentenza storica di un giudizio nel quale è stato accertato, come per altre migliaia di militari, che la vittima aveva svolto compiti operativi con esposizione a polveri e fibre di amianto in assenza totale di cautele, tra cui l’aspirazione delle polveri, o la dotazione di maschere protettive. Questa condanna arriva dopo l’inspiegabile assoluzione due giorni fa nel processo Marina bis "perché il fatto non sussiste", di otto ammiragli della Marina Militare imputati a Padova in netto contrasto, tra l’altro, con gli ultimi arresti giurisprudenziali della Suprema Corte di Cassazione che nel primo filone del processo contro i vertici della Marina Militare (che vede al suo centro i medesimi imputati), con la sentenza emessa dalla III sezione nel novembre 2018 ha annullato la sentenza assolutoria emessa dalla Corte d’Appello di Venezia” con rinvio per nuovo giudizio. C’è da chiedersi perché, alla luce delle continue vittorie in sede civile, le vittime siano ancora costrette a far causa allo Stato perché vengano riconosciuti i loro diritti. Continuiamo ad assistere ad un ostinato atteggiamento di chiusura dei vertici della Marina Militare".

Non è la prima volta che l'associazione onlus riesce a ottenere giustizia per la categoria delle vittime del dovere. Ricordiamo infatti la vittoria per la famiglia Di Vico. Per scoprire tutti i servizi gratuiti dell'ONA basta un click sul sito istituzionale oppure sul sito dell'avvocato Bonanni.

Fonte: Ufficio Stampa ONA

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