Teste di calcio

Fuga dai cinesi, Capello e Sacchi in freezer come cotolette. Pallotta lega Alisson al letto

condividi su facebook condividi su twitter 28-03-2018

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Fuga dai cinesi, Capello e Sacchi in freezer come cotolette. Pallotta lega Alisson al letto

TESTE DI CALCIO – Avviso ai naviganti: tutto quello che è scritto qui è frutto dell'incoscienza di una rubrica priva di freni inibitori. Non prendere il tutto troppo seriamente (e, perchè no, distendi la bocca in un sorriso).

Usciti dalla settimana delle due amichevoli internazionali di prestigio, contro Argentina e Inghilterra, come meglio non si poteva, cioè una sconfitta e un pareggio acciuffato all’ultimo, l’Italia guarda con serenità ai Mondiali di giugno. Così serenamente da guardarli sul divano in pantofole, dall’alto della sua 20esima posizione nel Ranking FIFA. Doveva essere un’Italia dai volti nuovi, invece contro le riserve di Messi (che poi ne hanno presi sei dalla Spagna) c’era il quarantenne Buffon e contro i ventenni inglesi Candreva, tecnicamente non vecchissimo, anche se non azzecca un cross dalla televisione in bianco e nero. La rifondazione sarà lunga e dolorosa ed è impossibile da predire al momento. Non si ha certezza sull’allenatore, né sul presidente FIGC, né sui giocatori.

Ma in Italia non sapere chi ci sarà o cosa si farà nel futuro è orgoglio nazionale, ma non è solo uno sport praticato dagli italiani. Il Milan dei cinesi non sa neanche se avrà i soldi per pagare le fotocopie a Franco il tabaccaio di Milanello. L’Inter degli altri cinesi invece non sa chi sarà il direttore sportivo della prossima stagione. Il lupo di mare Walter Sabatini è chiaramente a disagio nella società nerazzurra controllata da Suning e sta pensando di lasciare il timone, nonostante la squadra di Spalletti sia ancora in piena corsa per poter diventare la terza forza del campionato italiano. I forti limiti di budget che potrebbero stroncare i sogni dell’Inter in futuro spingono Zio Walter a prendere accendino e sigarette e emigrare in altri lidi.

 A dire Ciao Ciao ai cinesi c’è anche un altro italiano. Si tratta di Fabio Capello, che ha chiesto e ottenuto la risoluzione contrattuale con il club cinese Jiangsu. Si chiude così l’esperienza a mandorla del Fabione Nazionale, che si incastona nella costellazione dei flop raccolti negli ultimi anni. Dall’Inghilterra alla Cina, passando per la Russia. Sterline, rubli e yuan scroscianti a palate non sono mai state un problema, ma Sir Fabio non è riuscito a inculcare i suoi dogmi nelle teste dei multietnici giocatori. Senza offesa per Capello, ma anche questo fallimento sembra un segno della discesa dal palcoscenico, lenta e mesta, della sua carriera, così come lo è stata quella di tanti decani vincenti del calcio. L’esatto esempio di come finisce un maestro di calcio da vecchio è Arrigo Sacchi. Il profeta di Fusignano ora vive ibernato nel microcosmo dello studio di Mediaset Premium e viene scongelato come una cotoletta dal freezer quando ci sono le trasmissioni post-partita. Sentenzia una decina di brocardi calcistici, metà dei quali non lucidi e nemmeno attinenti all’oggetto della discussione, prima di tornare nella sua capsula spaziale, al cui interno è ricreata virtualmente l’era degli anni ’80/90 con i tre olandesi e il mondiale di Usa 94, nella quale Sacchi è convinto ancora di vivere. Ecco che la sindrome della cotoletta, che ha afflitto tanti altri, potrebbe colpire anche Sir Fabio Capello.

(Nella foto: Arrigo Sacchi mentre è immerso nel suo mondo ricreato virtualmente. L'ex allenatore e ora opionista tv mostra gesti di giubilo: ha appena segnato Van Basten) 

Un’altra incertezza della nostra Italia è il futuro del brasiliano Alisson Becker, il portierone che quest’anno ha rubato i cuori di tifosi, tifose ed appassionati in generale, tra cui sceicchi e magnati proprietari di club molto facoltosi. Alisson è ritenuto da molti un fuoriclasse. Alcuni lo paragonano addirittura a Falcao, per la potenziale storia e importanza che potrebbe avere alla Roma. Lui si è sempre detto molto felice nella Capitale amministrata da Virginia Raggi, ma ha anche confessato che il suo sogno è quello di diventare il migliore portiere al mondo. La domanda complicata è questa: può realizzare il suo sogno rimanendo in giallorosso? Chissà. Intanto non si capisce bene se Pallotta si stia fregando le mani fiutando una grossa, grossissima plusvalenza da mettere a bilancio oppure ammanettare e legare il numero uno romanista, come solo la ninfomane di 50 Shades of grey farebbe, per impedirgli di raggiungere il Real Madrid o il Liverpool. Se sia la prima oppure la seconda speriamo di scoprirlo al più presto

Fonte: Eduardo Barone per Insideroma

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