La Var e il prosciutto sugli occhi. Schick (e la sorella) speranza Roma

TESTE DI CALCIO – Avviso ai naviganti: tutto quello che è scritto qui è frutto dell'incoscienza di una rubrica priva di freni inibitori. Non prendere il tutto troppo seriamente (e, perchè no, distendi la bocca in un sorriso).

Un nuovo campionato è appena iniziato ma subito, dopo appena due giornate, ci viene tolto il suo sapore. Spazio alla sosta per le Nazionali.

STRANO IL CALCIO, BEPPE - Inizio dolceamaro per la Roma del nuovo corso di Eusebio Di Francesco. Espugnato il campo dell’Atalanta, impresa non da poco visto il placido amore che i tanto cari bergamaschi nutrono per i romani, è arrivato già il primo stop in campionato. Roma-Inter 1-3 ad opera di Icardi e il fresco ex Luciano Spalletti. Una partita davvero surreale per come è iniziata e per come è finita. Queste però sono le regole del calcio e dopo aver preso tre legni di fila ti devi aspettare che un attaccante argentino, con la passione per rubare le mogli degli altri e appropriarsi dei figli non suoi, con un solo tiro possa metterti ko.

VUOLSI COSì KOLAROV DOVE SI PUOTE - Ma passando a fatti non di campo, è interessante sottolineare gli amorevoli striscioni che hanno avuto nel mirino Kolarov, neo terzino giallorosso con un passato nella Lazio. Potremmo interrogarci sul quoziente intellettivo di chi ha scritto quegli illuminanti insulti oppure sentenziare con frasi banali, ma vere, del tipo “La mamma dell’imbecille è sempre incinta”. Tuttavia, è meglio il silenzio. Nutro un solo desiderio. Se mai Kolarov segnerà un gol decisivo al derby contro la Lazio, voglio vedere la faccia di questi dotti filosofi e soprattutto vedere come si comporteranno. Esulteranno come romanisti? Imprecheranno come laziali? E se Kolarov ce l’avessero anche in squadra al fantacalcio?  E’ probabile che, non resistendo alla loro miserabile contraddizione, implodano come le stelle e i loro detriti siano sparsi in orbita nello spazio

PROSCIUTTO E OCULISTI - Ma a noi piacciono le polemiche, si sa. E il tema più discusso di queste settimane è l’agognata Var, la tecnologia della moviola in campo con cui si dovrebbero (il condizionale non è un caso) correggere gli errori arbitrali. Ma da chi? Chi è davanti allo schermo della Var? Sempre un arbitro. Il quale, neanche avendo lo schermo a pochi centimetri dai suoi occhi, riesce a vedere se c’è stato un errore oppure no.  E quindi finisce che la Var non riesce ancora a dimostrarsi efficiente. Non per colpa dello strumento tecnologico, che è perfetto, quanto invece per le fette di prosciutto che sono sugli occhi di chi deve decidere. Non serve solo la Var quindi, ma, soprattutto un buon oculista. Uno di quelli bravi. Forse però stiamo chiedendo troppo.

E poi, la cosa peggiore di tutte: Da "Discorsi da Var" fino a "Il mondo è bello perché è Var" già non ne possiamo più. Tv, giornali e radio si scatenano con battute improvvide e dalla risata discutibile. Peccato davvero che manchino sanzioni disciplinari per il cattivo gusto. Quindi, per tutti quei siimpaticoni dalla battuta facile non ci resta che dire: VA(R)ffanc…o

SCHICK GUARDALINEE - Capitolo mercato. Dopo due mesi di caccia all’attaccante erede di Salah, è arrivata la fumata bianca. Più che fumata, la chioma bianca di Massimo Ferrero, “coatto antico” della Roma bene e patron della Samp, che ha fatto arrivare nella Capitale il giovane Patrick Schick, talento in rampa di lancio. Sono tante le speranze riposte in lui per il futuro della Roma. L’auspicio è che rimanga ceco (di nazionalità) e non diventi anche cieco di vista, una patologia che spesso affetta gli attaccanti che acquista il club giallorosso. E se veramente lo diventerà, la sua carriera comunque non sarà compromessa. Potrà sempre fare l’arbitro. 

(Nella foto: Kristyna Schickova, nuovo acquisto della Roma. Il club giallorosso ha speso oltre 40 milioni per il suo ingaggio. Nell'affare è stato incluso anche suo fratello, Patrick Schick, che pare sia un calciatore)

Fonte: Eduardo Barone per Insideroma