Teste di calcio

Under il soldato mangia il Benevento dei petrodollari come mozzarelle. Gli arbitri con il cesto di lumache e l’Oracolo di Delfi

condividi su facebook condividi su twitter 13-02-2018

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Under il soldato mangia il Benevento dei petrodollari come mozzarelle. Gli arbitri con il cesto di lumache e l’Oracolo di Delfi

TESTE DI CALCIO – Avviso ai naviganti: tutto quello che è scritto qui è frutto dell'incoscienza di una rubrica priva di freni inibitori. Non prendere il tutto troppo seriamente (e, perchè no, distendi la bocca in un sorriso).

Per mesi i gol ti escono con il contagocce (5 reti in 6 partite), poi gira il vento e ne fai cinque in un giorno solo. Sì certo, ditelo pure. Era il Benevento. Ha sette punti in classifica, quasi per puzza. Hanno i colori giallorossi e sembravano nostri amici. Ma non si sono scansati come quelli di neroverde vestiti contro la Juventus. Loro almeno se la sono giocata. Con Sandro in mezzo al campo e poi all’ultimo Sagna, vecchie glorie della Premier League inspiegabilmente finite in Campania anziché mangiare involtini primavera a Shangai, odorare petrodollari a Dubai oppure ancora sfrecciare in Maserati per le strade palmate di Miami. Meglio la mozzarella di bufala.

Meglio la buon vecchia Serie A, con le sue vetustità e pure le novità. Come la Var, la tecnologia del pallone che ha confuso le idee. Almeno prima se non veniva fischiato un rigore sapevi con chi prendertela. L’arbitro cornuto. Ora invece l’insulto cade nel vuoto. E’ stato l’arbitro. Sì ma quale? Quello in campo o davanti alla televisione? E se invece fosse stato l’arbitro di porta? Oppure il guardalinee? La trama è più fitta di quella dell’Orient Express per scoprire l’assassino. E poi con così tanti arbitri le due corna sono diventate un cesto di lumache.

Stavolta però gli episodi arbitrali non c’entrano. Tutti in piedi per Cengiz Under. Il piccolo turco che imita Dybala e che esulta con il saluto del soldato omaggiando il premier Erdogan, anche lui a Roma una settimana fa. Una doppietta e un assist. E chi gli dava del mocciosetto che non parla una parola di italiano sta raccogliendo da terra la sua capacità d’intendere di calcio. E almeno se alla fine si rivelerà un flop sarà stato comunque pagato meno di Iturbe, finito a ballare la macarena in Messico.

Una cosa mi ha stupito davvero tanto. Dopo i cinque gol della Roma, compreso il gol di Dzeko, il 14esimo in stagione tra campionato e coppe che non è tantissimo ma proprio poco non è, lo studio di Sky Calcio Show è insorto contro la prestazione con poco mordente del bosniaco, colpevole di aver segnato un solo gol. Dal dotto Massimo Mauro fino a Carnevale. Sono tutti d’accordo: Dzeko è stato insufficiente. Non si muove bene. E’ fuori dal gioco. Beh, gli esperti di calcio sono loro, non si possono contraddire. Ma persino l’Oracolo di Delfi, come diceva Socrate, non può dirsi sicuro di essere il più sapiente. E quindi, cari Mauro, Caressa & Co dalle belle giacche e dalle camicie linde e pinte, forse avete ragione. O forse vi sbagliate. Intanto Zio Edin una capocciata forte dritta in porta l’ha data, dispensando anche la grazia del calcio di rigore al redivivo Defrel.

Per la serie “Oracolo di Delfi per un giorno” c’è anche da segnalare il Prefetto di Udine, che ha vietato la trasferta ai tifosi romanisti residenti nel Lazio. “La pericolosità del tifo organizzato romanista che ha dato prova di atti di intemperanza e violenza” ha detto l’organo amministrativo friulano, aggiungendo ai motivi che anche quando non ci sono stati incidenti ci sono stati: “furti nelle aree di servizio”.

C’è una nuova sanzione dunque per chi saccheggia i supermercati. Non è più beccare con le telecamere chi si inguatta chipster e coca cola sotto il giaccone, ma vietare indiscriminatamente l’accesso ad uno stadio a migliaia di persone. Ecco quando si dice proporzionalità, adeguatezza e ragionevolezza di un provvedimento! Almeno passeranno delle giornate tranquille gestori e commessi degli Autogrill nelle autostrade. Potranno anche loro guardare in serenità le partite in televisione, con gli spalti vuoti e senza voce. Mai tranquillità fu più triste. 

Fonte: Eduardo Barone per Insideroma

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