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Morti da amianto, perché gli alti ufficiali della Marina Militare sono stati condannati

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 29-12-2022 - Ore 11:32

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Morti da amianto, perché gli alti ufficiali della Marina Militare sono stati condannati

La Corte di Appello di Venezia ha depositato le motivazioni della sentenza Marina bis che nel giugno scorso ha condannato gli alti ufficiali della Marina Militare per diverse morti da amianto.

In primo grado gli imputati erano stati assolti perché il giudice non aveva considerato certe le diagnosi di mesotelioma, così come non ha ritenuto certo il collegamento tra le malattie e la lunga esposizione al minerale killer.

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e il Procuratore Generale di Venezia, Federico Prato, hanno impugnato l’assoluzione. La Corte di Appello di Venezia ha così disposto una perizia che ha dimostrato le responsabilità della Marina Militare. Ora, con le motivazioni i giudici d'Appello hanno chiarito perché si è arrivati alle condanne.

Nella perizia dei due massimi esperti in materia, Dario Consonni e Bruno Murer, sono state sottolineate alcune evidenze scientifiche sul mesotelioma da sempre sostenute dal presidente Ona. Il giudice di primo grado aveva, invece, messo sullo stesso piano risultanze della comunità scientifica questa malattia asbesto correlata con le ipotesi di un solo professore di idee contrarie. Secondo i giudici di Appello, però, questo professore sarebbe isolato nella comunità scientifica internazionale.

Altro errore del giudice di primo grado, sempre secondo i giudici di Appello, è l’assoluzione degli imputati perché non avrebbero avuto il denaro necessario per le bonifiche. In realtà, fa presente il collegio, questa accusa non era nemmeno stata posta. “Piuttosto – si legge ancora nelle motivazioni - la loro responsabilità starebbe nella mancata informazione dei rischi, nel mancato utilizzo dei dispositivi di protezione e di misure volte a limitare le esposizioni. Tutti comportamenti che potevano essere attuati a costo zero e che erano un esatto dovere dei responsabili”.

Con la sentenza di Appello del giugno scorso Agostino di Donna è stato condannato a 2 anni di reclusione, Angelo Mariani e Guido Venturoni alla pena di 1 anno e 6 mesi, e Sergio Natalicchio a 1 anno di reclusione. Tutti, in solido al Ministero della Difesa che è stato considerato responsabile civile, sono stati condannati al risarcimento dei danni a favore delle parti civili. L’Osservatorio Nazionale Amianto, già da tempo, ha costituito il dipartimento di assistenza di tutte queste vittime e dei loro familiari, che possono rivolgersi all’ONA.

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