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Calaiò: "Mai pensato di mandare messaggi per un secondo fine. Voglio uscire pulito da questa situazione"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 09-08-2018 - Ore 17:18

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Calaiò:

L'udienza sui ricorsi presenti da Parma, Calaiò e Palermo terminata verso le 16. Sergio Santoro è il presidente della Corte d'appello della Figc di Roma stabilirà se le sanzioni inflitte dal Tribunale federale nazionale lo scorso 23 luglio debbano esser confermate o meno. Il dispositivo è previsto in serata.

Emanuele Calaiò, attaccante del Parma, ha parlato durante l'udienza: "Dispiace sia stato infangato il mio nome e quello della mia famiglia per dei messaggi, non ho mai pensato di mandare messaggi per un secondo fine. Lo giuro sui miei figli, io sono una persona corretta, sono sempre stato un esempio per i giovani per la mia professionalità". Queste le sue parole espresse ai giudici della Corte d'appello federale della Figc nell'udienza di secondo grado sul caso dei messaggini inviati dall'attaccante, condannato in primo grado a 2 anni di squalifica, a dei suoi ex compagni di squadra allo Spezia. "Speravo di non dover arrivare a questo punto per difendermi da una cosa che non ho mai fatto. Vorrei finire la mia carriera come l'ho iniziata, professionalmente, correttamente e con la limpidezza che mi ha sempre contraddistinto. Se avessi voluto alterare una partita, sicuramente non lo avrei fatto con Whatsapp ma da Parma a La Spezia sono un'ora di macchina e sarei andato lì di persona Voglio uscire pulito da questa situazione".

Fonte: ANSA

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