Breaking News

Inside Cool-tura - Elena Salem presenta Puntini nell'universo: "Tutti noi abbiamo bisogno di lasciare un segno nel mondo"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 25-02-2015 - Ore 15:30

|
Inside Cool-tura - Elena Salem presenta Puntini nell'universo:

Nata a Milano, laureata in Filosofia, ha iniziato la sua attività come giornalista collaborando con il Corriere della Sera e altre testate. Un curriculum prestigioso quello di Elena Salem che è al suo esordio letterario con Puntini nell'Universo, un'antologia di 10 emozionanti racconti che parlano con delicatezza e in punta di cuore della vita in relazione alla morte.

Puntini nell'universo: a partire dal titolo il lettore viene introdotto alla tematica che contrappone la piccolezza di un puntino alla grandezza smisurata dell'infinito. Partiamo da qui

"Parte tutto da un episodio della mia vita, importante e emblematico. C'è stato un periodo in cui ho fatto volontariato per un'associazione che dava supporto telefonico alle persone sole e in difficoltà perchè io ho sempre pensato che fosse importante dedicare una parte della nostra vita agli altri. Una sera mi telefona una persona che mi dice di "essere molto giù, di sentirsi un puntino, uno che attraversa la vita senza lasciar traccia di sè, una nullità...". Li mi si è aperto un mondo, ho capito che ognuno di noi nella sua vita può attraversare momenti in cui si sente un puntino, in cui ha voglia di lasciar traccia di sè ed essere riconosciuto dagli altri.
Parliamo di più di 10 anni fa, ma partì da lì un bisogno umano forte che mi spinse a riflettere su quanto è importante per tutti noi lasciare un segno.
"Numeri infiniti" è il racconto che meglio interpreta questa esigenza dell'anima, è, tra l'altro, l'unico racconto autobiografico: la protagonista va a Shangai, si trova in un grande albergo, litiga col marito, sbatte la porta e decide di andarsene in giro da sola. Apre la porta e si trova davanti una folla immensa perchè è il 1 maggio, festa del lavoro, lei è in vacanza e ha perso la percezione del tempo. Davanti a quella folla si sente un puntino,come dice Bertrand Russell Gli uomini sono granelli di sabbia davanti all' immensità dell'universo, però guarda cosa sono riusciti a fare pur essendo granelli di sabbia, da soli e insieme. Io volevo dare questa prospettiva, pensare a se stessi in relazione agli altri, dando un senso alla propria esistenza.

Di solito c'è una sorta di timore a raccontare la morte, il distacco, il senso della sconfitta, gli aspetti negativi. Questo è il suo esordio letterario, una scelta coraggiosa quella di raccontare una tematica delicata che sembra ancora un argomento tabù.
"La morte, all'estero molto più che in Italia, è considerata un fatto naturale come ben esplicitato nella prefazione a cura del prof. Umberto Veronesi che è sempre a contatto con la malattia e la sofferenza. Io stessa decisi di lasciare il lavoro dopo un episodio legato alla malattia delle persone a me care: prima morì mio padre, malato da tempo e 3 mesi dopo diagnosticarono un tumore a mia madre. erano stati insieme per 52 anni, si sono conosciuti quando lei aveva 17 anni e io credo si sia ammalata perchè era crollato il suo mondo.
Per questo decisi di lasciare tutto e stare con lei, mia madre era una persona inquieta, insoddisfatta di se e degli altri, io volevo aiutarla a chiudere il suo bilancio in modo conciliatorio, pensando a tutte le cose belle che aveva fatto e avevamo condiviso. Se nella vita cerchi sempre quel che non hai e perdi di vista ciò che hai, soffri. Questo problema riguarda un po' tutti, a volte si fa fatica a vedere quello che si ha, non ci fermiamo a guardarci, siamo proiettati verso ciò che dobbiamo raggiungere e non assaporiamo quel che abbiamo sotto gli occhi. Ho scelto di parlare della morte per questo, perchè quando parli della morte parli della vita, perchè è la morte che ti dà il senso che il tempo non è infinito. Quando sei giovane pensi che sei onnipotente e lo dico senza connotazione negativa,poi strada facendo ti accorgi che tutto ha un inizio e una fine. La morte "dimensiona" le cose del presente, ti fa pensare cosa realmente conta nella vita. Parlo di morte per parlare di vita, per dare una giusta dimensione alle cose che ci capitano. Esempio: magari hai sofferto tanto per una cosa e poi alla fine, 10 anni dopo, ti dici che in fondo non era cosi importante. Mi piace anche sottolineare che il fil rouge di tutti i racconti è l'umorismo, la più grande arma che noi abbiamo per prendere le distanze dalle tragedie, ma anche dalle difficoltà. se sei all'interno di un dramma e ti guardi dell'esterno riuscendo a essere anche un po' autoironico, puoi trovare anche più facilmente il modo di superare quel momento difficile.
Mia mamma, ad esempio, fino all'ultimo rideva, finchè ridi vivi e io credo che il modo migliore di congedarsi da questa vita sia con un sorriso. Ridere fino all' ultimo secondo dell'esistenza".

"Fratelli a distanza" tocca la diversità del concetto di morte tra l'Occidente e un paese in condizioni drammatiche. Si vive in molti modi, ma si muore anche in modi diversi e a seconda del luogo in cui si nasce e si vive si ha una percezione diversa della morte.
"Hai colto benissimo il senso che ho voluto dare a questo singolo racconto, tra l'altro, voglio sottolineare che non si tratta di un saggio, ma sono racconti "autonomi", nel senso che hanno un inizio e una fine. Questo, nello specifico, è un racconto che nasce sempre dalla mia esperienza personale di volontariato.
Mio marito è presidente di una no-profit che si occupa di sostegno a distanza in alcuni paesi, Anpil, una parola che in haitiano vuol dire molte cose, una parola positiva, l'idea è "facciamo molte cose per gli altri" e parlando con i volontari ti accorgi di come purtroppo in quei paesi, non solo la vita è diversa, ma anche la morte è diversa. La morte non ha identità, si parla di numeri. Facci caso, spesso anche in tv dopo catastrofi o calamità si sente 30mila morti, 10mila morti, non hanno nomi nè cognome. In Occidente se muore una persona, tutto il mondo che si è costruito, piange quella morte, li la morte è concepita come un fatto ineluttabile, crescere un bambino è un problema.
"Eroe normale", ad esempio, è la storia di due vecchietti, lui emigrato dal Sud che con tutte la fatiche riesce a crescere 4 figli e farli studiare. Alla fine riceve un premio dal Presidente della Repubblica come eroe normale, la normalità non fa spettacolo, eppure ci sono tanti eroismi quotidiani, tante persone che per sbarcare il lunario fanno una fatica pazzesca, si inventano e reinventano.
Nel racconto ci sono questi 3 protagonisti: l'eroe normale, un generale dello Stato Maggiore e il Presidente della Repubblica. Ad un certo punto si ritrovano tutti e tre a giocare a carte mentre guardano il loro funerale dall'alto: i funerali del generale e del presidente della Repubblica con tutti gli onori del caso e il funerale del vecchietto al suo paesello in Calabria, ma quel che colpisce è che in Paradiso la prospettiva è la medesima per tutti: la morte azzera le differenze, i livelli che invece vengono assegnati casualmente alla nascita per fortuna. Una volta morti, i 3 protagonisti, con tre vite diverse, si ritrovano, a giocare allo stesso tavolo a scopone scientifico, insieme a John Lennon e a Margaret Thatcher, un paradosso ovviamente.
Allo stesso modo ho voluto raccontare la storia di un bambino in Mozambico: la protagonista è una giornalista che adotta a distanza e vuole andare a trovare questo bambino. Decide di partire, non attraverso l'associazione, ma con un viaggio a sorpresa per capire meglio cosa si troverà davanti e quel che trova non è quel che si aspettava. Parte da qui la mia riflessione sul concetto di diversità tra vita e morte..
Ti porto un esempio pratico: uno degli orfanotrofi di cui si occupa la no-profit di cui mio marito è presidente, deve fronteggiare situazioni per noi occidentali assurde: si mangia e si beve una volta al giorno, mangiano la farina locale, non ci sono alimenti per garantire una base nutrizionale solida, il latte condensato costa troppo, è tutto complicato, non c'è acqua potabile, non c'è elettricità, eppure sono vicini a Kinshasa. Lì nascere è una scommessa. Vivere è una scommessa. A secondo di dove nasci, dove vivi, la prospettiva è molto diversa, volevo dare il senso di questa dimensione.

Un altro racconto è "Il medico di campagna" in cui descrivi anche il rapporto tra due donne,diverse tra loro ma alla fine più simili di quanto credano...

"E' la storia di un gruppo di liceali, ormai cinquantenni, che si incontrano per sapere come sono andate le loro vite. Due donne, due amiche: una ancora molto bella, affermata professionalmente, apparentemente senza problemi, ma che invece i suoi problemi li ha. Ad esempio, non ha avuto figli. Attraverso il suo personaggio volevo raccontare che nella vita bisogna anche fare i conti col fatto che non si può avere tutto, pretendere tutto è impossibile e non ci si deve colpevolizzare per questo, non si è mai conciliatori con se stessi. Poi c'è l'altra donna che si sente, per certi versi, in difficoltà, dopo tanti anni non è più cosi bella e preferisce non andare a salutare quell'amica ancora così affascinante, provocandole un dispiacere. Ecco, con questo volevo sottolineare come noi donne,spesso, siamo crudeli con noi stesse. Possiamo vincere il Nobel ma se non ci sentiamo attraenti per un uomo, la nostra autostima scende in modo clamoroso, smettiamo di credere in noi stesse, specie in un momento come questo in cui l'essere belli è una richiesta che ci viene dalla società, quasi la chiave della nostra esistenza che finisce col metterci ansia".

Questo è il suo esordio letterario, sta già lavorando a un altro libro?
Si, è vero, però ci vuole tempo, ci sto lavorando, ho già una trama in mente ma la narrativa è un esercizio che richiede il massimo dell'immedesimazione. Ci sono personaggi che sopravvivono persino ai loro, grandissimi autori. Prendi Don Abbondio, è sopravvissuto a Manzoni diventando stereotipo. Ecco, questo è ciò vorrei fare, entrare profondamente dentro alla storia, vivere, pensare, diventare quel personaggio.

 

Fonte: InsideRoma

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

chiudi popup Damicom