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La funzionalità di Kolarov nella Roma di Di Francesco

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 24-07-2017 - Ore 11:11

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La funzionalità di Kolarov nella Roma di Di Francesco

MASSIMO DE CARIDI - Aleksander Kolarov è il settimo acquisto della Roma targata Monchi. L’ex terzino sinistro del Manchester City ha giocato 7 anni con i Citizens e ha lasciato un grande ricordo tra i tifosi della società che anche grazie a lui ha conquistato 2 titoli, di cui uno nei minuti di recupero ai danni dei rivali storici dell’altra e più famosa squadra di Manchester, lo United. Insieme al difensore serbo, c’era anche Edin Dzeko, altro giocatore che ora è una colonna del club giallorosso e proprio il bosniaco ha beneficiato diverse volte dei passaggi di Kolarov e si augura di poter segnare ancora tanti gol grazie all’ex laziale. Ecco, questa è la pietra dello scandalo dell’estate: il passato biancoceleste di Kolarov. Sia dalla sponda romanista che da quella laziale, le reazioni sono state negative per quanto riguarda la tifoseria organizzata dei rivali cittadini al completo ed una parte anche di quella che sarà la sua e che vede in Kolarov un nuovo Manfredonia. Partiamo da un presupposto: a Roma è molto più complicato scambiarsi i giocatori rispetto a quanto accada a Milano o a Torino, anche perché le polemiche sono all’ordine del giorno. La differenza tra Kolarov e Manfredonia, però, è molto grande: il primo non è nato nella Capitale e nemmeno in Italia, ha giocato 3 anni nella Lazio e poi ha trascorso la parte più importante della carriera in Inghilterra, mentre il secondo non solo nasce a Roma ma è un tifoso laziale e per di più, dopo aver lasciato la compagine biancoceleste, ha giocato per l’altra acerrima avversaria dei romanisti: la Juventus. A causa dell’acquisto di Lionello Manfredonia ci fu una forte spaccatura nel Commando Ultrà Curva Sud, all’epoca vero epicentro del tifo giallorosso e si creò un gruppo chiamato G.A.M.= Gruppo Anti Manfredonia. L’attaccamento alla maglia, all’epoca (siamo negli anni ’80), aveva anche un valore diverso rispetto ad oggi, le bandiere esistevano ed i calciatori rimanevano nella stessa squadra anche per un’intera carriera. Oggi, invece, è sempre più raro che ciò succeda. I contratti quinquennali hanno valore solo se il calciatore ha intenzione di restare in quel club e la firma è più una tutela per lui che per le società, poiché se un giorno volessero andar via, sarebbe quasi impossibile per la dirigenza riuscire a fargli cambiare idea. La tutela della società è proprio la lunghezza del contratto perché se siamo anche a 2 o addirittura ad un anno dalla scadenza, il giocatore ha tutto il diritto di non rinnovare ed attendere la fine del contratto per lasciare il club senza far incassare un soldo alla società di appartenenza ma con la quasi certezza di andare da un’altra parte e diventare molto più ricco. Davanti a tutto questo, il “tifoso vecchie maniere” non ama che un calciatore che ha vestito la maglia della rivale cittadina possa finire per indossare la propria. In linea di principio ed apprezzando il romanticismo del tifoso “puro”, si fa fatica a dar torto a quest’idea ma, a parte qualche eccezione di cui forse lo stesso Manfredonia farebbe parte ancora oggi come l’avrebbe fatta un passaggio di Di Bartolomei, Conti, De Rossi o Totti alla Lazio e Di Canio, Nedved o Nesta alla Roma, il calcio è cambiato. Prima si diceva che Roma non è Milano e non è neanche Torino. Calcisticamente, qualcosa da queste 2 città si potrebbe anche apprendere: il Milan ha primeggiato in Italia, in Europa e nel mondo anche grazie a degli scambi con l’Inter che le hanno permesso di creare un team spettacolare e c’erano ex interisti del calibro di Andrea Pirlo e Clarence Seedorf, solo per fare 2 esempi. Se poi consideriamo che Aleksander Kolarov non è passato da una sponda all’altra del Tevere dall’oggi al domani ma non indossa la maglia della Lazio dal 2010, bè, si potrebbe chiudere un occhio sul suo passato ed analizzare se è un calciatore utile o meno alla Roma. Innanzitutto, il quasi 32enne non è stato preso per giocare 50-60 gare ma per alternarsi con Emerson Palmieri, quando si ristabilirà dall’infortunio, ha un’esperienza europea importante per una squadra che torna in Champions League e ha una difesa quasi inedita, potrà dare una mano anche da centrale difensivo, ruolo nel quale si è disimpegnato grazie a Pep Guardiola nell’ultima stagione e, non ultimo, ha capacità balistiche non indifferenti nei calci piazzati ed è uno dei migliori assistman della Premier League. Se ha voglia di continuare a dimostrare il suo valore e non è venuto a Roma in vacanza come fece Ashley Cole qualche anno fa, questo è un acquisto di primo piano per soli 5 milioni di euro. Speriamo che diventi “il settimo sigillo” di Monchi e che possa aiutare la squadra di Di Francesco a vincere, obiettivo che si è prefissato anche lo stesso Kolarov.

Fonte: Massimo De Caridi

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