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La “pareggite"della Roma colpisce ancora

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 23-02-2015 - Ore 12:26

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La “pareggite

Lo aveva detto mister Garcia in conferenza stampa: la Roma soffre di “pareggite”. Questa “malattia” che ha colpito i giallorossi nel 2015 non accenna a terminare. Gli uomini del tecnico francese sono entrati in una spirale infinita e non si vede la luce. Un film di  qualche anno fa si intitolava “Ricomincio da capo” e vedeva come attore protagonista Bill Murray alle prese con il giorno della marmotta, che si celebra il 2 febbraio, ripetuto tantissime volte. Ecco, questo sembra quello che sta capitando alla squadra giallorossa. Ormai non è più in corsa per un campionato di calcio ma la Roma sta giocando una lunga ed interminabile partita che ha sempre lo stesso svolgimento. Cambia la proporzione ma il risultato è sempre quello: pareggio. A volte a reti bianche come contro il Parma ed il Milan, a volte Totti e compagni passano in svantaggio e recuperano come contro Palermo, Fiorentina e Sassuolo, altre volte vanno in vantaggio ma si fanno comunque rimontare come contro Feyenoord e Verona. La gara contro gli scaligeri era un’altra ottima occasione per cambiare rotta: il Verona era in crisi nera ed il suo allenatore vicino all’esonero. I gialloblu non erano entrati in campo in maniera particolarmente bellicosa ed anzi lasciavano ogni iniziativa agli ospiti. Difficile per la squadra di Garcia riuscire a creare molte azioni da gol, poiché gli sbocchi erano pochi ma il tasso qualitativo diverso aveva permesso in ogni caso ai giallorossi di rendersi pericolosi. Manca, forse, un calcio di rigore sullo 0-0 per un fallo di Marquez su Cole non segnalato da Gervasoni ma nonostante questo, la Roma era riuscita a portarsi avanti grazie ad una prodezza del suo capitano, Totti, che aveva lasciato partire un tiro forte e preciso dal limite dell’area, che non aveva lasciato scampo a Benussi. Doveva esser tutto facile a quel punto, padroni di casa alle corde e Roma pronta a raddoppiare. Macchè! Il Verona esce dal suo guscio ma riesce ad ottenere solo calci d’angolo. Proprio sugli sviluppi di un corner ed approfittando dell’infortunio occorso a Florenzi non sostituito tempestivamente, Jankovic è libero di staccare di testa ma è doppiamente fortunato poiché trovato prima la deviazione di Astori e poi quella decisiva di Keita, che sorprende De Sanctis. I giallorossi, però, non ci stanno ed anche se in maniera meno ragionata di prima, provano a tornare in vantaggio. Allo scadere della prima frazione, Ljajic ha l’opportunità di riportare la Roma in vantaggio: la punizione da 25 metri è forte e precisa ma la traversa non aiuta e così il pallone torna a metà campo e sancisce la fine del primo tempo. Da segnalare anche i 2 falli di Hallfredsson su Florenzi, che hanno costretto il giallorosso al cambio ed erano entrambi sanzionabili col rosso diretto e che invece sono stati puniti solo con la punizione e senza provvedimento disciplinare. I tifosi romanisti si sarebbero aspettati che la Roma tornasse in campo nella ripresa con una grinta diversa per far propria la partita ed invece anche stavolta il gioco lasciava  molto a desiderare e la lentezza nella manovra la faceva da padrona. Alcuni calciatori giallorossi sono evidentemente fuori forma o a corto di energie e l’ostinazione con la quale il tecnico continua a farli giocare sembra eccessiva. Pjanic è l’esempio più lampante di questa situazione anche se ovviamente non l’unico responsabile. Il bosniaco, non solo riesce ad inventarsi una giocata vincente come spera sempre Garcia ma in questo momento non fa un passaggio decente per il compagno più vicino ed in diverse circostanze fa partire il contropiede degli avversari. Gervinho è tornato decisamente stanco dalla Coppa d’Africa ed avrebbe bisogno di riposo magari per far spazio a Daniele Verde, che quando ha avuto la fiducia di giocare dall’inizio ha sempre dato un grande contributo, cosa che non si può dire quando è subentrato a gara in corso. Stesso discorso vale per Leandro Paredes, che in più rispetto all’esterno napoletano ha un curriculum più folto e pure a partita iniziata ha dimostrato di esser un valore aggiunto. In difesa, se i migliori sono Cole e Torosidis, qualche domanda bisogna porsela. L’involuzione di Astori, Yanga Mbiwa e soprattutto Manolas è pericolosa: l’assenza di Castan si sente ogni giornata di più. A centrocampo, Keita ha sbagliato la gara contro il Parma ma resta uno dei pochi lucidi in tutti i match; Nainggolan corre, lotta e cerca di creare pericoli alla porta avversaria con tiri dalla media distanza, un’eccezione in questa squadra. Doumbia è ancora un pesce fuor d’acqua e Garcia non lo aiuta inserendolo in questo momento di scarsa forma e quando le difese sono schierate. Sia contro il Feyenoord che contro il Verona sarebbe stato più utile inserirlo dall’inizio senza badare ai fischi preventivi di qualche tifoso, poiché avrebbe avuto più spazi per poter esser importante in zona-gol. Il direttore sportivo della Roma, Walter Sabatini, ha detto chiaramente che ormai parlare di scudetto vorrebbe dire prendere in giro la gente e che bisogna difendere il secondo posto. Per farlo c’è un solo modo: tornare a vincere! A questo punto, poco importa se col gioco, con una giocata o soffrendo 90’ ma non c’è altra soluzione, altrimenti anche il secondo posto diventerebbe una chimera.

Fonte: Massimo De Caridi

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