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Lettera a Francesco

condividi su facebook condividi su twitter Di: Chiara Barberis 27-09-2014 - Ore 02:19

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Lettera a Francesco

Caro Francesco,

l’ispirazione a scriverti mi è nata dall’osservazione di una tua foto.

Sei stato immortalato nell’attimo prima di tirare un calcio al pallone.

Legamenti e tendini tesi, gambe e braccia in un equilibrio bilanciato e perfetto. Perfetto.

Tutto perfettamente coordinato, soprattutto mente e cuore.

E’ questo quello che mi convince di più. Il tuo sguardo determinato, deciso, fiero.

Il tuo cuore grande, umile e sincero.

Oggi è il tuo compleanno.

Trentotto anni. Per me, per noi, potrebbero essere anche di più, anche di meno.

Ieri anche Rudi ha detto che è come se ne avessi 28!

Non è questo l’importante.

L’importante è quello che sei. È quello che rappresenti.

L’importante è il dono che hai, perché di dono si tratta.

Dono della forza.

Dono della fede in una maglia, sempre la stessa, che hai difeso strenuamente, nonostante tutte

le offerte che nell’arco della tua carriera ti sono state fatte.

Certo, se fossi andato al Real Madrid avresti vinto molto di più.. Eppure la tua vita è stata segnata da una scelta.

Nel bene e nel male. Non dev’essere stato facile, specie nel male.

Eppure la tua battaglia l’hai stravinta.

Hai dimostrato a tanti giovani ragazzi come me che credere in qualcosa si può ancora.

In un presente così difficile e precario, così poco sicuro e stabile, esiste ancora la possibilità non solo di poter inseguire i sogni, ma soprattutto di realizzarli.

Io sono giovane, ho ancora tutta la vita davanti, ma vedo fino troppo bene quanto sia già

difficile il cosiddetto “futuro”; viviamo intrappolati in una realtà in cui praticamente le nostre

aspettative, i nostri progetti vengono alimentati per essere puntualmente delusi o disprezzati.

Non si crede più in noi. O per lo meno, ci si crede poco.

E figurati quanto possiamo poi crederci noi..

Ci hanno costretti ad arrangiarci. Ad ingrigirci. A spegnerci.

Eppure qualcos’altro c’è. Eppure qualcos’altro esiste. Eppure ce la possiamo fare anche noi.

Possiamo anche noi realizzare i nostri sogni e costruire il nostro futuro, sfruttando le nostre

abilità, le nostre idee. La nostra forza di volontà.

Eppure il mondo è a colori. E la speranza brilla.

Parlo, oltre che da ragazza, anche da tifosa, certamente. Ma penso che quello che rappresenti

per me, come per tantissimi lupacchiotti, vada aldilà del colore della maglia e del mero

sentimentalismo.

Penso che sia un insegnamento. Una lezione da maestro.

Sei simbolo di una città, Roma.

Sei simbolo di uno sport, il calcio.

Simbolo di valori, umiltà sportività famiglia e amicizia.

Simbolo di un essere umano, che può anche sbagliare, può anche assumere comportamenti

errati, ma poi torna sui suoi passi e riconosce l’errore.

Simbolo della genuinità, ogni volta che apri bocca, sorridi, scherzi o fai una battuta.

Non ti sei montato la testa, nonostante il successo.

Sei uno di noi, un bonaccione che se ti incontro per strada ti fai abbracciare.

Tanti auguri Francé, e grazie.

Da tutti noi.

Chiara

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