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Nuovo Stadio AS Roma: ne parliamo insieme all'Ing. Raffaele Giannitelli

condividi su facebook condividi su twitter Di: Francesca Ceci 06-05-2013 - Ore 20:30

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Nuovo Stadio AS Roma: ne parliamo insieme all'Ing. Raffaele Giannitelli

Dal 2004 è Amministratore Unico della Società "Surf Engineering srl – Urban Design and Landscape", con la quale si è occupato di progettazione architettonica ed urbanistica.

Tra le attività principali, numerosi incarichi per la progettazione e "rigenerazione" di spazi pubblici e comuni.

Nel 2012, assieme ad altri colleghi e ad alcune associazioni già presenti a Roma, fonda l'Associazione "Urban Ground", che si occupa di Rigenerazione Urbana nell'ottica di migliorare lo spazio urbano dando concreta attenzione allo studio della nostra città e dei suoi tessuti.

Da diversi mesi, ormai, si parla del nuovo Stadio di proprietà della AS Roma che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. Noi di Insideroma abbiamo fatto il punto insieme all'ing. Raffaele Giannitelli che lancia anche un'idea: perchè non sfruttare l'area di Ostiense e riportare la Roma praticamente a Testaccio?

Ingegnere, si parla tanto del nuovo Stadio di proprietà della Roma. Lei è riuscito a vedere il progetto?Non ancora nel dettaglio, mi sembra lo tengano abbastanza riservato. Le prime immagini che circolano, a mio avviso, sono solo schematiche e non configurerebbero un manufatto architettonicamente significativo. Ma aspettiamo il resto, non è il caso di dare giudizi affrettati”.

Il nuovo stadio sorgerà a Tor di Valle. In molti hanno sollevato più di qualche perplessità sulla location. Qual è il suo giudizio? “Dal punto di vista normativo ed urbanistico la scelta mi sembra abbastanza felice, in quanto l’area non presenta particolari vincoli di natura ambientale, paesaggistica o archeologica. Anche le norme di PRG non necessitano di particolari forzature per l’attuazione del progetto. Il vero problema potrebbe essere quello delle dotazioni infrastrutturali. Infatti, l’area non appare ad oggi sufficientemente inserita nel trasporto pubblico urbano ed anche gli assi viari per il trasporto privato appaiono quasi inesistenti in relazione al carico urbanistico che tale impianto genererebbe. Personalmente ritengo che le attuali normative per il dimensionamento viario, qualora non si riuscisse ad integrare seriamente l’area nel Sistema di Trasporto Pubblico, costringerebbero a progettare una nuova viabilità destinata allo stadio di dimensioni enormi, senza valutare l’impatto che avrebbe sul quadrante interessato un tale flusso veicolare. L’unica soluzione potrebbe essere quella di portare allo stadio i tifosi con un sistema efficace di trasporto pubblico, ma l’unico in grado di garantire le capacità necessarie appare essere una linea di metropolitana ad hoc”.

Pensando all’area di Roma, c'è una zona in particolare che potrebbe essere la location ideale? Per poter individuare l’area ideale, farei un ragionamento inverso, partirei dalla mobilità per poi arrivare al sito, immaginando che allo stadio ci si rechi principalmente a piedi o con la metropolitana, come avviene in tutte le grandi città europee. Inoltre penserei ad un luogo che possa vivere 365 giorni all’anno e non animarsi solo in occasione degli incontri di calcio, un luogo dove il riconoscimento tra squadra e città possa essere vissuto quotidianamente in spazi pubblici per attività sportive, commercializzazione del brand, ristorazione e quant’altro possa contribuire alla costruzione dell’identità sportiva e culturale che unisca la squadra con i cittadini di Roma. Questo processo non può avvenire lontano dalla storia della squadra e dai luoghi che i romani amano frequentare nel loro tempo libero. Credo che “location” con tali caratteristiche a Roma ci siano, forse la più affascinante potrebbe essere l’area attorno a Via Ostiense, dove sono presenti numerosi siti industriali ormai dismessi e dove un collegamento con la metropolitana sarebbe semplicissimo, creando una fermata ad hoc per lo stadio e potenziando la linea attuale. Inoltre riportare la Roma praticamente a Testaccio avrebbe un valore culturale e sociale enorme, con un indotto economico per la città e la Società A.S. Roma incalcolabile”.

Approfitto della sua competenza in materia di urbanistica per chiederle un breve excursus sui problemi urbanistici della nostra bella città.“Purtroppo, ancora oggi il problema più importante resta quello della mobilità, generato da una espansione orizzontale della città che ha reso non sostenibile una rete adeguata di trasporto pubblico. Poi parlerei della qualità della vita nei nostri quartieri, che per quanto attiene i servizi la sicurezza e la qualità degli spazi verdi e comuni è bassissima. A mio avviso è importante per rendere migliore la nostra città, far si che i suoi cittadini la amino sempre di più ed amino sempre di più viverla assieme ed in comune, con un attenzione enorme ai più piccoli ed ai più anziani, creando un tessuto urbano che favorisca ed incentivi l’uso delle piazze delle strade dei locali pubblici, dei musei, dei parchi e degli impianti sportivi da parte, anche e soprattutto, di chi è più debole (bambini ed anziani) o di chi sceglie consapevolmente di essere più debole per danneggiare meno l’ambiente in cui vive (penso ai ciclisti o ai pedoni)”.

5 anni di gestione Alemanno: a che punto siamo in materia di valorizzazione della qualità urbana?“Non mi sembra sia stato un tema centrale della Giunta Alemanno e quindi i risultati sono stati quasi nulli, anche in ragione di un periodo difficile e critico per tutti. Ma non credo che la crisi possa essere una buona scusa. Le città infatti nascono per difendersi ed operare proprio in situazioni di grossa criticità assimilabili a quella che oggi ci coinvolge tutti. Quindi cooperare, lavorare insieme, addirittura pensare insieme è un valore enorme che ha sancito nei secoli il primato della città sugli spazi suburbani, ma l’attività dei nostri amministratori in materia di urbanistica mi è sembrata finalizzata solo ad ingrandire e moltiplicare le scatole dove stiamo da soli, a discapito dei luoghi e degli spazi dove con gli altri concittadini elaboriamo strategie di resistenza e pensieri per il nostro futuro comune”.

Parliamo di “rigenerazione urbana”, tema delicato ed importante. “Rigenerazione Urbana è un termine che nasce a New York negli anni settanta, quando la città attraversò una crisi economica devastante che portò al default dell’Amministrazione Municipale. L’Amministrazione ripartì da ciò che aveva, valorizzando zone importanti e depresse del tessuto urbano, moltiplicando in pochi anni il valore degli immobili in tale aree, in conseguenza di un miglioramento della qualità della vita e dei servizi enorme. Tale processo si è sviluppando analizzando le potenzialità e le caratteristiche dei quartieri e ponendo in campo procedure e stimoli per la “rigenerazione” di realtà in crisi. Quindi realtà come Soho per prima e successivamente Brooklyn, Union Square ed addirittura Harlem, hanno ritrovato una identità forte ed una qualità insediativa che ne ha determinato una vera a e propria rinascita. Rigenerazione Urbana vuol dire partire dalla nostra città oggi, nella sua attuale consistenza, e migliorarla, completarla, renderla più efficiente, più economica nel suo uso minimizzando gli impatti sul sistema ambientale.Occorre partire dalle potenzialità dei nostri quartieri, rivitalizzarli per un futuro sostenibile; perché abbiamo bisogno di vivere meglio dove abitiamo, dove lavoriamo e dove amiamo condividere gli spazi della nostra esistenza. La nostra città ideale non è quella che ci promettono di costruire altrove, ma quella che tutti insieme definiamo, a partire da ciò che oggi abbiamo e non ci soddisfa. In questo senso, rigenerazione urbana è uso delle risorse pubbliche presenti sul territorio, bisogna valorizzarle e vincolare tale valore ad una sua condivisione per un progetto comune, perché sono pubbliche e quindi di tutti noi”.

L’ultima domanda non la faccio all’ingegnere ma al tifoso della Roma. Come giudica questa stagione della Roma? La Roma è sulla strada giusta?! E lei di strade se ne intende..! E’ una squadra giovane e mi sembra decisamente in fase di “rigenerazione”, vedo un gran bel futuro”.



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