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Pogba: "Devo lavorare duro ma voglio essere il numero 1 al mondo"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 27-10-2014 - Ore 12:31

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Pogba:

"Nel calcio puoi arrivare al vertice velocemente e poi altrettanto rapidamente cadere, devo cercare di migliorare gara dopo gara, continuerò a lavorare duro, non posso prevedere il futuro ma il mio obiettivo è essere il numero uno al mondo", ha le idee chiare su quale sarà la sua strada Paul Pogba, il centrocampista 21enne della Juventus premiato a Parigi con il Hyundai Young Player Award. "Vincere questo premio mi dà stimolo per fare un altro passo avanti -spiega il giocatore bianconero in una intervista pubblicata sul sito della Fifa-, mi piace dire che l'unico ostacolo tra me e i miei obiettivi posso essere solo io, devo migliorarmi e chiedere sempre di più a me stesso. Credo ci siano molti giocatori migliori del sottoscritto, mi piace veder giocare e imparare dagli altri. A centrocampo c'è ad esempio Yaya Toure, che per caratteristiche fisiche mi somiglia, ma che ha più esperienza. Abbiamo all'incirca lo stesso stile, forse è un pò più offensivo". A soli 21 anni Pogba è già un top player, questo grazie a una carriera subito ad alti livelli: "Ogni cambio di squadra è stato importante, prima il Le Havre, poi il Manchester United e ora la Juventus, stare in club di alto livello e frequentare grandi giocatori è stato un punto di svolta che mi fa voler essere al pari dei migliori -spiega il francese-. Limiti? Alle volte prendo dei rischi che non dovrei, devo imparare a gestire meglio i 90', non posso giocare solo con l'istinto". Importanti per la carriera di Pogba due allenatori, entrambi ex giocatori della Juventus, il ct della Francia Didier Deschamps e l'ex tecnico bianconero Antonio Conte: "Sono cresciuto con entrambi. Deschamps mi conosce bene e sa come prendermi, mi aiuta sempre sia in allenamento che in partita, riesce a spronarmi a dare sempre il massimo. Quello che mi dice più spesso è di restare concentrato e fare le cose semplici". "La voglia di prendere una pausa? No, voglio semmai assaporare il gusto di altre vittorie e di successi personali. Questa è la strada, voglio sempre di più, mi pongo sempre nuovi traguardi e nuove sfide, questo è utile anche mentalmente -sottolinea-. I Mondiali? Mi hanno aiutato a crescere, la sconfitta con la Germania ha rinforzato la mia voglia di vincere qualcosa con la Francia". Nessun problema a gestire la pressione, qualcosa di difficile da digerire per un ragazzo classe 1993 ma anche una costante di ogni grande calciatore: "Per essere il migliore gestire la pressione è fondamentale. Giocatori come Ronaldo e Messi sono sempre sotto pressione, alle volte si nota che non sono felici nonostante magari un gol, è l'abitudine che ti permette di alzare il tuo livello di gioco e le tue ambizioni. Personalmente chi mi conosce sa che mi piace ridere, esser giocoso e godermi la vita. Faccio una bella vita e ho un bellissimo lavoro".

Fonte: Adnkronos

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