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Roma, ci sono sconfitte e sconfitte

condividi su facebook condividi su twitter Di: Massimo De Caridi 06-11-2014 - Ore 12:22

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Roma, ci sono sconfitte e sconfitte

Dal Bayern Monaco al Bayern Monaco. Sono passati 16 giorni e tutto il castello del mondo della Roma sembra esser crollato in questo periodo. Le certezze della squadra di Rudi Garcia paiono spazzate via da quei 7 gol presi allo stadio Olimpico contro la squadra di Pep Guardiola. In poco più di 2 settimane, i giallorossi hanno giocato anche contro la Sampdoria fuori in casa, il Cesena davanti al proprio pubblico ed il Napoli in trasferta e l’ulteriore sconfitta contro i partenopei sembrerebbe aver minato ogni sicurezza acquisita in 15 mesi dell’era Garcia. La vittoria contro il Cesena di Bisoli e la contemporanea sconfitta della Juventus a Marassi contro il Genoa avevano riportato la Roma in vetta alla classifica in coabitazione coi bianconeri. A distanza di 3 giorni, però, la nuova schiacciante debacle al San Paolo ed il tecnico francese per la prima volta criticato in maniera feroce da gran parte di tifosi e soprattutto dalla stampa nazionale. Le critiche maggiori sono state rivolte ai metodi di lavoro di Rongoni, preparatore atletico di lungo corso che era alle dipendenze del tecnico francese anche nel Lille. I troppi infortuni muscolari vengono messi in relazione alla preparazione definita “sbagliata” ma se si facesse un’attenta analisi si capirebbe che quasi nessun infortunio muscolare dipende dalla preparazione estiva effettuata dalla Roma. Astori, ad esempio, ha svolto gran parte del lavoro estivo col Cagliari di Zeman; De Rossi si è infortunato durante i mondiali e ha avuto una ricaduta qualche settimana fa; Maicon ha problemi fisici che lo perseguitano dall’esperienza al Manchester City e quando è disponibile per le gare, fa comunque allenamenti specifici per quasi tutta la settimana; Iturbe si è infortunato in uno scontro di gioco nella partita d’esordio di Champions League contro il Cska Mosca e sta recuperando con fatica; Keita ha avuto un piccolo guaio muscolare acuito dalla voglia di giocare con la sua nazionale. L’altro “capo d’accusa” è riferito alla tournèe americana, fatta in contemporanea anche dal Real Madrid, campione d’Europa in carica. Quali sono allora i motivi che non stanno permettendo alla Roma di dimostrare completamente il proprio valore in queste ultime settimane? Sicuramente un calendario molto tosto e la difficoltà nel far rifiatare chi gioca, è uno di questi. Nainggolan, Pjanic, De Rossi e Keita hanno giocato tantissimo e solo gli ultimi 2 hanno potuto rifiatare a causa dell’infortunio che li ha tenuto fuori per 3-4 match. Yanga Mbiwa doveva essere il quarto centrale difensivo e siccome Astori ha avuto 2 infortuni ravvicinati e Castan ha giocato 45’ in questa stagione, è stato il partner di Manolas quasi in ogni gara. Se nella partita d’andata contro il Bayern Monaco Rudi Garcia era stato visto come un “presuntuoso” per aver voluto giocare alla pari contro una formazione di almeno 2 categorie superiori, come si fa a criticarlo nella gara di ritorno per essersi cosparso il capo di cenere ed aver riconosciuto il valore dell’avversario ed averlo sfidato in maniera più guardinga? La mossa dell’ex mister del Lille di sistemare Florenzi, autore di una partita splendida finché non si è fatto male e Nainggolan esterni di un centrocampo a 4 ha permesso alla Roma di contenere le avanzate imperiose dei bavaresi ed addirittura, nella prima frazione, di creare le stesse palle-gol dei padroni di casa. La sfida è terminata 2-0 e nel secondo tempo i tedeschi potevano anche realizzare altre reti ma è anche vero che se la Roma fosse stata più cinica nelle opportunità che ha avuto, poteva strappare anche un pareggio. Questa partita dovrebbe esser considerata un punto di partenza per la Roma: si può imparare dai propri errori, cosa che non è stata fatta nella trasferta di Napoli, quando Garcia è stato sconfitto per la terza volta in 3 gare da Benitez in terra partenopea. Il futuro deve esser visto in maniera positiva perché dopo la sosta, torneranno a disposizione Maicon, giocatore fondamentale, Astori, la colonna difensiva Castan e soprattutto Kevin Strootman, perno del centrocampo romanista. La Roma è ancora in corsa per passare il turno del “girone della morte”, così definito da tutti subito dopo il sorteggio di Nyon e come ha detto il tecnico del Bayern Monaco, Pep Guardiola: “E’ tutto nelle mani della Roma”. Stesso discorso per il campionato, ci sono ancora 28 partite da disputare e la Roma ha già affrontato 3-4 squadre di alta classifica e quasi tutte fuori casa. La testa ora deve andare al match contro il Torino di Ventura, avversario ostico ma è determinante vincere per poter tenere il passo della Juventus, in attesa di un nuovo errore dei bianconeri. Il distacco dalla vetta, infatti, è di soli 3 punti e basterebbe che tutti remassero dalla stessa parte, certo criticando quando è giusto ma stando vicini ad una squadra che ha tutte le possibilità per dare grandi soddisfazioni ai suoi tifosi.

Fonte: Massimo De Caridi

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