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Verre: "Alla Roma ci tengo. Il mio modello? Pjanic"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 03-09-2014 - Ore 16:45

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Verre:

Valerio Verre e Luca Garritano sono nati a un mese esatto di distanza. Il primo l’11 gennaio 1994, il secondo l’11 febbraio dello stesso anno. Erano praticamente in fasce il giorno della Finale di Pasadena, quando, nel luglio successivo, l’Italia di Arrigo Sacchi fu costretta ad arrendersi ai rigori al Brasile di Bebeto e Romario. Poco più di 20 anni dopo, in Azzurro ci sono loro. Entrambi convocati in nazionale Under 20, pronti ad affrontare la Germania nella partita d’esordio del Torneo Quattro Nazioni, di cui la squadra tedesca è detentrice. Garritano, attaccante scuola Inter, è reduce da una stagione da protagonista a Cesena, dove ha vinto la Finale dei play-off contro il più quotato Latina, e ha iniziato l’annata in Serie A entrando a gara in corso nel vittorioso esordio contro il Parma. Verre, centrocampista romano, romanista e cresciuto in giallorosso ora di proprietà dell’Udinese, il campionato cadetto l’ha vinto con il Palermo ma, se possibile, ha iniziato ancora meglio, con il primo gol tra i professionisti con la sua nuova squadra, il Perugia. Entrambi si raccontano in esclusiva a Vivo Azzurro.

Buongiorno ragazzi. I campionati in Italia sono appena iniziati e voi dovete subito affrontare la Germania. Siete pronti? Quanto è stimolante affrontare subito i detentori del Torneo Quattro Nazioni?

G.: Di sicuro la sfida è molto stimolante, noi ci stiamo allenando bene. E’ un gruppo nuovo, ci stiamo conoscendo meglio e siamo pronti per l’esordio in Germania.

V.: Il ‘Quattro Nazioni’ è un torneo che l’Italia non vince da diversi anni, noi ci puntiamo quest’anno, anche perché l’anno scorso ci siamo andati vicini (secondo posto finale a un punto dalla Germania, ndr). Speriamo di toglierci delle soddisfazioni.

Parliamo di voi. Come vi descrivereste da un punto di vista tecnico, quali sono le vostre caratteristiche?

G.: A Cesena ho fatto un po’ tutto (ride, ndr). Sono una seconda punta, ma posso giocare anche esterno, anche se preferisco giocare seconda punta o trequartista, più nel vivo del gioco.

V.: Giocando a tre a centrocampo prediligo il ruolo di mezzala sinistra, molti allenatori mi hanno visto lì. Posso fare anche il mediano davanti alla difesa, dipende dal mister.

Che aspettative e obiettivi avete per questa stagione? 

G.: Spero di riuscire a giocarmi le mie carte e di scendere in campo il più possibile. L’obiettivo è di non retrocedere, a livello personale invece è di crescere ancora di più come calciatore e di fare esperienza.

V.: Ora sono in prestito al Perugia, che è una società importante, speriamo di far bene quest’anno, poi il prossimo si vedrà. Penso all’Under 20, a fare bene in questo torneo cercando di vincerlo ma soprattutto giocando bene.

Entrambi non avete ancora segnato in Serie A. Verre ha segnato il suo primo gol da professionista solo venerdì scorso. Cosa ha provato?

V.: Un’emozione grandissima, era la prima partita, tra l’altro contro un avversario molto impegnativo, il Bologna. Quando ho segnato ho sentito un boato enorme, lo stadio era pieno di tifosi che ci hanno sostenuto dal primo all’ultimo minuto.

Garritano invece  nel campionato cadetto ha già segnato. A chi preferirebbe segnare il suo primo gol in Serie A?

G.: Non ho una squadra a cui voglio segnare in particolare, spero solo che quando farò il primo gol sarà importante per la squadra, non importa chi sia l’avversario.

Entrambi avete avuto la fortuna di trovare allenatori che hanno puntato su di voi. Faccio due nomi: Bisoli per Garritano e Luis Enrique per Verre ai tempi della Roma. Quanto dovete a questi due tecnici?

G.: A mister Bisoli devo tanto, perché mi ha dato la possibilità di giocare e di mettermi a confronto con un campionato difficile. Con lui sono cresciuto molto. I play-off? Ci abbiamo sempre creduto, è stata una grande vittoria.

V.: A Luis Enrique devo molto, perché mi ha lanciato nel calcio dei grandi. Mi ha fatto esordire in quella serata che è andata male contro lo Slovan (la Roma è stata eliminata agli Spareggi di Europa League, ndr), lo devo ringraziare molto, ha sempre parlato bene di me, vuol dire che ho sempre fatto bene negli allenamenti e che ho ottenuto la sua stima.

Chi sono i vostri idoli calcistici, i giocatori a cui vi ispirate, magari nel vostro stesso ruolo?

G.: A me piacciono tanto come modo di giocare Silva del City e Sneijder che era all’Inter quando c’ero io e che ora è al Galatasaray.

V.: Essendo romano e romanista dico Totti, ma il mio ruolo è diverso, sono un centrocampista, quindi adesso direi Pjanic.

Se parliamo solo di giocatori italiani invece? C’è un calciatore al quale vi ispirate di più?

G.: Oggi come caratteristiche mi rivedo molto in Insigne: rapido e veloce. Quando abbiamo vinto il Mondiale nel 2006 mi piaceva Totti.

V.: Dico Verratti. Ha fatto bene al Mondiale, è un fenomeno, gioca nel Paris Saint-Germain e ha già fatto grandi partite, in grandi palcoscenici.

Come avete mosso i primi passi nel mondo del calcio? Per Garritano è stato difficile lasciare casa così piccolo per trasferirsi a Milano?

G.: Quando ero piccolo giocavo in una scuola calcio sotto casa mia, che si chiamava Real Cosenza. Ero un centrocampista. Quando sei bambino è un sogno arrivare a livelli come quelli dell’anno scorso, sto cercando di lavorare e di crescere ancora di più perché non è un punto di arrivo. Il trasferimento da Cosenza a Milano è stato difficile nei primi mesi, perché avevo solo 14 anni, poi con altri ragazzi nelle mie stesse condizioni ci siamo aiutati l’uno con l’altro. Mi hanno aiutato molto il tutor che avevo all’Inter, Antonio Mottura, e un ragazzo più grande, di Cosenza come me, Bellitta, che era lì già da un anno.

V.: Ho iniziato a cinque-sei anni nel quartiere in cui abitavo, passando per le squadre di Roma, Real Tuscolano e Romulea, finché non mi ha preso la Roma da esordiente. Lì sono stato circa sette anni, poi sono entrato nel calcio dei grandi.

Chiudiamo con una domanda ciascuno. Partiamo da Verre, che quest’estate è prima stato riscattato dalla Roma, poi ceduto all’Udinese e quindi girato in prestito al Perugia. Quanto ha inciso nella cessione all’Udinese la presenza di Andrea Stramaccioni, che ti ha allenato nelle giovanili giallorosse?

V.: A Roma sono cresciuto, quindi quello che sono adesso lo devo a loro. Poi mi ha comprato l’Udinese, che è una grande società che lavora con i giovani e che li fa crescere. Con Stramaccioni onestamente non ho parlato, non so quanto la sua presenza abbia influito nella trattativa.

Una domanda solo per Luca Garritano: sia all’Inter sia quest’anno al Cesena hai scelto il numero 61? Come mai?

G.: Il 1961 è l’anno di nascita di mio padre, ecco perché l’ho scelto.

Fonte: Vivoazzurro.it

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