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BENITEZ GARCIA:nemici-amici

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 15-10-2013 - Ore 20:30

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BENITEZ GARCIA:nemici-amici

 

(Massimo de Caridi) Ci siamo. Venerdì 18 ottobre ore 20:45 allo stadio Olimpico di Roma andrà in scena, probabilmente, il più importante derby del sole della storia del calcio italiano.

Roma e Napoli hanno entrambe cambiato mister e vogliono dimostrare che questo inizio di stagione non è frutto del calendario favorevole o della buona sorte ma che per la lotta al vertice ci sono anche loro e non molleranno sino all’ultima giornata. Se per Benitez la panchina partenopea è la seconda italiana, dopo l’esperienza in chiaroscuro nella Milano nerazzurra, quella di Garcia è la prima grande opportunità della carriera per dimostrare il proprio valore fuori dalle mura amiche. Il tecnico spagnolo ha voglia di dimostrare anche nel Belpaese che all’Inter si sbagliavano sul suo conto e che se l’ambiente avesse creduto maggiormente in lui, il dopo Mourinho avrebbe potuto regalare ancora trofei e gioie al pubblico interista. L’ex allenatore del Lille è arrivato in Italia senza i titoli del dirimpettaio del prossimo big match ma con un buon curriculum e tanto entusiasmo, che ha immediatamente contagiato prima i giocatori e poi i tifosi romanisti. Questi due tecnici hanno in comune l’attenzione ad ogni dettaglio, la cura maniacale nel proprio lavoro, il desiderio di essere e far sentire i propri giocatori come parte integrante di un gruppo. Garcia è stato anche a contatto con Rafa Benitez a Valencia, quando ne studiò i metodi di allenamento e ne apprezzò il carattere. Sicuramente molte delle doti del mister francese sono innate ma alcune sono state acquisite anche grazie all’ispirazione di bravi insegnanti da cui carpire i segreti del mestiere. Lo spagnolo è arrivato a Napoli portando idee molto diverse da quelle del suo predecessore: il modulo di Benitez è prevalentemente un 4-2-3-1 ed il suo calcio è votato all’attacco con grande attenzione alla fase difensiva mentre Mazzarri prediligeva il 3-5-1-1, occupandosi molto della difesa e lasciando libero sfogo ai suoi tenori Hamsik, Cavani, Pandev e prima ancora Lavezzi ed utilizzando molto le fasce con Maggio e Zuniga sugli scudi. Benitez ha cambiato molti giocatori rispetto all’era Mazzarri, poiché un ciclo era finito ed un altro stava nascendo. La cessione di Cavani è stata molto dolorosa ma con quei soldi, il Napoli ha potuto comprare uno dei centravanti migliori al mondo come Higuain, Callejon, molto considerato in Spagna, Albiol buon centrale difensivo ex Real e nazionale spagnolo, preso in prestito il pupillo di Rafa, Pepe Reina e giocatori dalle prospettive interessanti come Mertens e Zapata. La Roma di Rudi Garcia non ha cambiato il modulo dell’era americana: anche con Luis Enrique e Zeman i giallorossi giocavano con il 4-3-3 ma la differenza abissale è nell’interpretazione di questo sistema di gioco. L’asturiano prediligeva il tiqui taca, piuttosto noioso ed improduttivo nella realtà italiana, mentre il boemo preferiva eccedere nelle verticalizzazioni continue e lasciava molto spazio alle ripartenze degli avversari.

Il francese gioca un calcio forse non all’altezza del miglior Barcellona di Guardiola o del Milan di Sacchi o dell’Olanda di Cruijff ma è certamente molto concreto ed a vederlo da fuori, pare anche non troppo dispendioso. I giocatori della Roma avevano bisogno innanzitutto di una enorme dose di autostima dopo quanto successo nella finale di coppa Italia contro i cugini biancocelesti e partire bene era il modo migliore per ridare coraggio ad una tifoseria molto abbattuta dopo gli ultimi 2 anni di delusioni. Il progetto giovani ha fatto posto a gente più matura e vincente come Maicon o De Sanctis ed a questi sono stati affiancati giocatori giovani all’anagrafe ma con tante gare già nelle gambe ed una testa da giocatore esperto, vedi Strootman, Gervinho, Benatia e lo stesso Ljajic, che in questo inizio di stagione non è quasi mai partito titolare ma appena viene chiamato in causa, fa vedere di che pasta è fatto. Il merito di Garcia è di aver amalgamato questi calciatori a gente del calibro di Totti o aver fatto sentire al centro dell’idea del nuovo mister anche Balzaretti, Pjanic, De Rossi, Castan, gente che lo scorso anno pareva in caduta libera ed ora invece rappresenta l’ossatura di questa Roma. Tatticamente sarà una partita molto vivace e di grande intensità: bisognerà capire se il Napoli proverà a sorprendere la Roma, pressando sin dal portiere o se agirà di rimessa facendo impostare i giallorossi; dall’altra parte quale sarà la reazione e le indicazioni di Garcia nell’uno e nell’altro caso. Certamente Benitez cercherà di sfruttare le fasce: 2 tra Callejon, Pandev, Insigne, Mertens agiranno dietro l’unica punta, Higuain ed avranno come compagno di reparto Hamsik, che stazionerà al centro del trio dietro l’argentino. Sarà interessante quali saranno gli esterni offensivi dei partenopei, poiché Callejon e Pandev hanno grandi doti di dribbling mentre Insigne ha una buona tecnica ed una discreta corsa, caratteristica principale di Mertens.

A centrocampo il dubbio è tra i 3 svizzeri: Inler, Behrami e Dzemaili, con i primi 2 favoriti e che dovranno lavorare molto in fase di pressing per impedire ai dirimpettai romanisti di far girare il pallone e di far partire rapidamente la manovra. In difesa, Maggio ha smaltito l’infortunio patito un mese fa e sarà regolarmente in campo al posto di Mesto, mentre sul fronte opposto se non dovesse recuperare Zuniga, spazio al connazionale Armero. Al centro della difesa ci sarà Britos, probabilmente con Albiol, reduce da un piccolo infortunio che lo tiene ancora in dubbio per il big match di venerdì. Nel caso non riuscisse a recuperare, toccherebbe a capitan Cannavaro, retrocesso a primo cambio della coppia centrale titolare. Rafa Benitez sa che dovrà far molta attenzione in fase di non possesso palla e dovrà ben coprire i 2 centrali difensivi, poiché la Roma sa trovare i punti deboli delle sue avversarie e le punisce. Gli esterni bassi partenopei avranno il gravoso incarico di contenere le avanzate di Florenzi e Gervinho in prima battuta e poi anche di Maicon ed uno tra Dodò e Torosidis, quindi sarà importante l’aiuto in fase difensiva degli esterni alti. Dall’altra parte, i giallorossi sono a punteggio pieno in queste prime 7 gare e sono, perciò, convinti di poter far bene anche di fronte ad un avversario così forte come il Napoli. Probabilmente, torneranno a disposizione Maicon, giocatore fantastico sia per la sua classe che per il suo carisma, sia Bradley, reduce da un brutto infortunio che lo ha tenuto fuori dai campi di gioco per oltre un mese. L’unico dubbio di formazione è su chi sarà il sostituto dello squalificato Federico Balzaretti: lottano per questa maglia il sostituto naturale, cioè Dodò, e Torosidis, che assicura una copertura difensiva migliore del brasiliano e ha più esperienza di partite di un certo livello ma sarà aggregato al gruppo romanista non prima di mercoledì pomeriggio, a soli 2 giorni dalla partita. Dovesse toccare al greco, la Roma sarebbe equilibrata come in presenza di Balzaretti ma non avrebbe una spinta offensiva costante da quella parte come potrebbe fare Dodò, che se non venisse schierato neanche in assenza del titolare nel suo ruolo, potrebbe avere un contraccolpo psicologico. Al centro della difesa ci saranno Benatia ed il diffidato Castan, sinora coppia centrale sontuosa, che è andata oltre ogni più rosea aspettativa. Davanti a loro giocheranno De Rossi, rientrato dalla Nazionale per un lieve infortunio, Strootman, nonostante anche lui abbia ricevuto un calcio sulla caviglia e Pjanic, che per non far sentire i compagni soli, ha ricevuto una botta nella prima delle 2 gare di qualificazione al mondiale ed anche lui, quindi, non sarà al meglio. Proprio il centrocampo romanista, per molti il migliore del campionato italiano insieme a quello juventino, sarà costretto ad un nuovo superlavoro dopo quello svolto contro la robusta e muscolare mediana nerazzurri nello scontro vinto contro l’Inter. Benitez tenterà di far allargare più possibile le maglie del centrocampo giallorosso, facendo molto gioco sulle fasce e cercando di lasciare più spazio possibile per i corridoi riservati dallo spagnolo a Hamsik e Higuain; gli uomini di Garcia dovranno invece esser bravi a non cadere in questo tranello ma allo stesso tempo, non dovranno concedere spazio ai vari Maggio, Zuniga o Armero ed a Callejon, Pandev o chi giocherà affianco a Hamsik e dietro al Pipita. Dovranno, anzi, esser proprio i centrocampisti della Roma  dettare legge nella zona nevralgica del campo e ad innescare le giocate di Totti, Gervinho, Florenzi o di chi per loro.

Ci aspetta una splendida partita, speriamo che lo sia in campo ma anche sugli spalti e che i tifosi delle 2 squadre dimostrino quanto Roma e Napoli siano non solo squadre ma anche città del gotha del calcio italiano.

 

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