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Il calciomercato, la Roma e l'editoria di settore: un amore mai nato...

condividi su facebook condividi su twitter Di: Gabriele Nobile 13-05-2015 - Ore 16:35

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Il calciomercato, la Roma e l'editoria di settore: un amore mai nato...

La stagione non è finita, la Roma è impegnata nello sprint finale per cercare di salvare un campionato, partito sotto tutti i migliori auspici ma di fatto deludente per molti dei tifosi. La differenza la farà il raggiungimento del secondo posto in campionato e l’automatica partecipazione alla Champions League, senza passare per gli scivolosi preliminari, che vedrebbero il club arrivato 3° in Serie A,  impegnato in sfide difficili con altri club di prestigio e molto più quotati.

I tifosi ed i fan della Roma, ma non solo, sono si appassionati alla volta Champions ma oggettivamente sono quasi tutti rivolti ed incuriositi da quello che verrà subito dopo, ovvero il calciomercato. Sui giornali, i siti, le TV e le Radio nazionali è già iniziato il classico fermento che accompagna i tifosi in questo periodo dell’anno, che poi dura praticamente fina alla chiusura della sessione estiva ad inizio settembre.

L’editoria sportiva e tutto ciò che ruota intorno al dorato mondo del calcio deve,  parte dei propri fatturati, proprio a quanto si dice e si scrive sul calciomercato; quindi non ce da stupirsi se in questa fase per quanto delicata della stagione, si sposti il focus su questa o quella trattativa: tutto ciò risulta fisiologico e non c’è da sorprendersi più di tanto, visto che ormai tutti sanno che il sistema è questo. Quindi anche i Club e gli addetti ai lavori (compresi gli allenatori) dovranno abituarsi alle fastidiose voci che si rincorrono ogni giorno.

Giorni fa,  la radio ufficiale della Roma, attraverso il suo direttore artistico, ha commentato in maniera decisa e forse anche un pochino polemica, le cronache di questi giorni e le vicende legate ad uno dei giocatori più importanti della stagione giallorossa, Radja Nainggolan e di come il giocatore belga, sia quotidianamente su tutte le prime pagine dei quotidiani sportivi, sottolineando di  come forse sarebbe più utile per i media, concentrarsi sul finale della stagione della Roma stessa. Il fatto potrebbe avere un senso logico, qualora gli stessi attori (in questo caso AS Roma) facesse una comunicazione più diretta ed affrontasse i temi di calciomercato senza utilizzare qui tabù e luoghi comuni che spesso hanno creato più incomprensioni che altro, si tratta di una strategia di comunicazione lecita per carità, ma che forse andrebbe aggiornata; ci spieghiamo meglio:

E’ usanza della Roma attuale, quella di proprietà americana, di parlare di calciomercato, solo attraverso le (poche) parole del DS Walter Sabatini e sporadicamente anche attraverso quanto ci raccontano sia il presidente Pallotta che il DG Mauro Baldissoni. Altre notizie, come è giusto che sia, non filtrano dal bunker di Trigoria. Proprio per questo motivo, negli anni si è passati a “lavorare” sul calciomercato giallorosso solo su ipotesi e congetture dove i media specializzati, per avere anche solo delle piccole indiscrezioni si sono rivolti ad altri attori, magari comprimari (DS di altre squadre) o principali (Procuratori di questo o quel giocatore).  Passati 4 anni anche i giornalisti hanno preso le misure a questo tipo di comunicazione “ristretta” da parte della società di piazzale Dino Viola e quindi quelle che prima potevano diventare operazione “blindate” ora non lo sono più per molti. Anche Sabatini lascia le sue tracce nelle molteplici negoziazioni che fa in giro per il mondo, ed i giornalisti, trasformati in detective, oramai hanno scoperto questo tipo di metodologia. Non ci sono più segreti ed il controspionaggio del management romanista, non è più efficace come lo è stato negli anni precedenti.  

Altro punto importante da sottolineare, dopo lo storico dei 4 anni precedenti, nessuno (sia media che tifosi) crede più alle parole del presidente e di altri esponenti della società, che in passato hanno negato, con fermezza,  operazioni (in questo caso in uscita) che poi puntualmente si sono rivelate come la stampa aveva interpretato solamente qualche mese prima: l’esempio più evidente è stata la gestione della vendita di Benatia, eravamo a fine luglio 2014 e Pallotta parlava così del giocatore marocchino:  “Non è mai stato messo sul mercato. E’ un nostro calciatore, importante per la squadra anche per la prossima stagione (…) non è nostra intenzione privarci dei nostri migliori calciatori”. Poi Benatia è stato venduto al Bayern Monaco e dopo alcune dichiarazioni dello stesso ex giocatore di Udinese e Roma: "Sabatini mi ha detto che il club voleva tenermi ma che aveva bisogno di far cassa, quindi doveva vendermi” addirittura il presidente della Roma si è scomodato con un Comunicato ufficiale: "È evidente come Mehdi Benatia abbia continuato a costruire il proprio castello di invenzioni negli ultimi due mesi, lo scorso mese di luglio, a Boston, avevamo raggiunto un accordo verbale che prevedeva un adeguamento e un aumento salariale (…) A Walter Sabatini ho detto che stava avvelenando lo spogliatoio e che lo volevo fuori: sia Rudi che Walter hanno concordato con me. Non è stata una questione di denaro, è stata una questione di personalità nel nostro spogliatoi”. Argomentazioni più o meno simili furono affrontate per altre cessioni eccellenti tipo Osvaldo, Marquinos, Lamela etc. Per non scomodare poi le citazioni del vulcanico DS della Roma Sabatini che proprio su Benatia, a fine maggio 2015 disse: “ E’ incedibile. Il suo procuratore-menestrello ha detto che vale 30 milioni? Per me quello è il prezzo della sua gamba meno forte. Sotto i 61 milioni non parte”  in quella conferenza stampa lo stesso Sabatini andò oltre: «Destro resterà alla Roma perché è un giocatore fortissimo che migliorerà ancora. Lui è ambizioso ed è per questo che resterà con noi” Puntualmente poi dato in prestito al Milan nel mercato di Gennaio!

Non siamo così ingenui di non capire di come gli scenari del calciomercato mutino magari nel giro di poche ore, ma il senso principale, ovvero quello di dare una specifica percezione di programmazione seria, in questo modo viene meno: i top club europei hanno ben in mente che la “programmazione” anche delle operazioni di calciomercato,  sia in uscita che in entrata, è alla base del successo del club stesso, e la comunicazione che ruota intorno a queste negoziazioni deve essere,  quanto più veritiera possibile; in primo luogo per non illudere i tifosi, in secondo per non innervosire la stampa stessa, che poi (questo non lo scopriamo noi di certo) non si limita a commentare le operazioni di mercato in maniera asettica, ma anzi spinge sull’acceleratore per darne enfasi, magari negativa quando si parla della Roma.

Certo questo non capita solamente alla Roma, basti pensare a quello che sta capitando a Torino sul fronte cessione “Pogba”; in questo caso i lettori più attenti si renderanno conto di come i toni e le sfumature dei media siano diversi, quando si parla di Juventus; dove si riesce a far passare l’eventuale cessione del "Enfant Prodige" francese come un tocca sana per le economie del club di Agnelli & co., operazione propedeutica ad un rafforzamento collettivo della rosa bianconera a fronte della cessione strapagata del vero e forse unico (insieme a Tevez, che per altro è in scadenza nel 2016) “Top Player” tra la rosa dei bianconeri. Su questo il management di FC Juventus ha fatto un vero e proprio salto di qualità, con l’AD Marotta che è quotidianamente sotto i riflettori, ma non si è mai tirato indietro nel rispondere alle domande scontate sul futuro del ragazzo francese, passando dal negare la cessione, fino ad aprire
ad eventuali “compratori”.

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