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AS Roma - Quando la critica è eccessiva e distruttiva, la “character assassination” si abbatte sui giallorossi

condividi su facebook condividi su twitter Di: Gabriele Nobile 21-03-2015 - Ore 18:45

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AS Roma - Quando la critica è eccessiva e distruttiva, la “character assassination” si abbatte sui giallorossi

La “character assassinationè un'escalation potenziale e prevedibile: non sono né sorpreso né turbato, di quanto sta succedendo mediaticamente, nel mondo che gira intorno all’AS Roma in questo momento. A parlare di calcio, di tattica e a cercare delle motivazioni per le quali la squadra giallorossa sia sprofondata in questa crisi senza via d’uscita, ci penseranno i soliti e bravi esperti (le colpe della Roma, intesa come società sono molte, sia chiaro); vorrei solamente soffermarmi e provare ad analizzare di quanto sia massiccio l’accanimento contro la Roma, intesa come società e squadra.

Le metodologie di comunicazione sono radicalmente cambiate negli ultimi anni, specialmente con l’avvento del web e dei social network, la “character assassination” è l’esempio classico di come distruggere una persona o un’entità per screditarne le opinioni, altrimenti inattaccabili; le campagne mass-mediatiche vengono alimentate dalla perentorietà e dalla supponenza con cui gli accusatori etichettano questo o quel personaggio (in questo caso la Roma ed il proprio management) con una massa di messaggi, documenti e rapporti anonimi (o semplicemente i Trolls che sguazzano nei social) per confondere il lettore medio (o il tifoso) che magari non esperto di questo e quel settore specifico, non osa di dubitare dei messaggi (o di articoli di giornali e/o di radio e Tv) apparentemente dotti ed autoreferenziali; l’accettazione senza porsi domande, del lettore medio, porta il risultato che poi è sotto gli occhi di tutti, ovvero la rivincita dell’accusatore accanito e sistematico che dopo aver insistito per mesi sullo stesso argomento, può finalmente crogiolarsi dei risultati ottenuti, magari insistendo con le stesse metodologie atte a dimostrare l’autenticità di quanto detto (o scritto) in precedenza.

Questo è più o meno quello che è capitato all’AS Roma, sin dall’insediamento della nuova proprietà americana; eravamo ad aprile del 2011 e da lì le cose non sono mai cambiate, almeno da un punto di vista  della critica feroce, verso la società ed il management, e non stiamo discutendo sulla normalissima analisi, ordinaria o straordinaria che è giusta e propedeutica anche per chi cerca di migliorare la sua crescita, qui parliamo di una metodologia feroce, la “Character Assassination” intesa come arnese violento e infame,  una  lapidazione quotidiana e continuativa, una rivisitazione della vecchia gogna.

Esempi? Beh, a Roma esistono ancora gruppi editoriali e professionisti del settore che insistono su quella che è la reale proprietà della squadra giallorossa, non gli sono bastati alcuni aumenti di capitale, attuati dal reale presidente di AS Roma in questi 4 anni? La Banca, i prestanome della banca (si parla di Unicredit) questo è quanto ancora si sente in alcune Radio e nei social network, benissimo, volete togliervi la sete con il prosciutto? Aprite un’inchiesta seria, inviate 2/3 cronisti d’assalto negli States ed andate a cercare chi si cela dietro agli “investor” di AS Roma, altrimenti sono solo chiacchiere, ma intanto avete inquinato la città, e l’umore della gente e dei tifosi che campano solo d’amore. Per non parlare poi dello stadio, presentato circa un anno fa da Pallotta in Campidoglio, con l’approvazione da parte del consiglio comunale e con la pratica completa e cantierabile che sta per essere presentata anche alla Regione Lazio. Ebbene, ci sono un paio di quotidiani nazionali che ogni santo giorno, mettono in discussione la bontà del progetto stesso.

Dov’erano i rappresentati dei media quando solamente ad Ottobre, si parlava di una squadra da scudetto, con Rudi Garcia che veniva presentato come il nuovo Ferguson giallorosso, dov’era la critica immediata sugli errori in sede di calciomercato da parte del DS giallorosso, nominato da tutti come il Re della sessione estiva 2014. Molti si giustificano su come il calcio vada commentato sugli episodi giornalieri, benissimo fatelo ma tralasciate l’astio nei confronti di chi, quotidianamente sta provando a “rigenerare” un progetto di calcio innovativo e manageriale nella città di Roma, sì proprio la capitale di questo sgangherato Paese che in oltre ottanta anni di storia sportiva ha portato in dote 3 scudetti e qualche coppa nazionale ma nulla più. Viene chiesto sempre a gran voce l’attuazione della mentalità vincente da inculcare nelle teste di giocatori e dirigenti e poi sono proprio i rappresentanti dei media che questa mentalità non la conoscono, neanche per le proprie abitudini quotidiane.

Il dubbio sarà solamente uno, se la Roma intesa come società,  vorrà adeguarsi al sistema italico e cambiare metodologie d’approccio con i media, l’argomento è realmente scivoloso ma una cosa è certa: qui in Italia pensare di ragionare con il criterio americano non porta risultati

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