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De Rossi 2.0 - Un immenso capitale, umano e sportivo per l'AS Roma

condividi su facebook condividi su twitter Di: Gabriele Nobile 15-03-2015 - Ore 11:00

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De Rossi 2.0 - Un immenso capitale, umano e sportivo per l'AS Roma

“Ho un solo rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera.”

Daniele De Rossi, 476 presenze con la maglia della Roma, divise tra campionato, coppa Italia e partecipazioni nelle varie coppe europee, siglando in tutto 50 reti, per non parlare poi del record di presenze, per un giocatore giallorosso, con la casacca della nazionale di calcio Italiana (100 i gettoni di presenza totali) con 16 reti siglate. Questo è Daniele De Rossi, nato ad Ostia (Rm) 32 anni fa....

Adesso è troppo facile sparare contro di lui e sparlare male del giocatore, che in questo periodo certamente sta giocando molto male al football, ma nell’insieme del giudizio, almeno quello parziale, sul giocatore e sull’uomo, bisognerebbe tenere in considerazione almeno il suo storico con la maglia della Roma. Non si può e non si deve dare in pasto ai media, una figura “tronca” di quello che è stato e forse sarà Daniele De Rossi. I più importanti storici, ricordano che per un “revisionismo storico” oggettivo debbano passare almeno 50 anni per provare a fornire un’analisi corretta dei fatti, per Daniele basta molto meno. Bisognerebbe ricordarsi di quanto il biondino di Ostia ha dato alla società giallorossa negli ultimi 10 anni. Ma come tutti sappiamo, il calcio non lascia spazio ai ricordi e ai sentimentalismi, sono stati fischiati, in un recente passato, giocatori simbolo come Maldini e lo stesso Totti, ma mai, è stato usato un trattamento così pesante come fatto con De Rossi in queste ultime settimane; esiste infatti una reale contrapposizione in termini quasi paradossale, una “manipolazione mediatica” senza precedenti, di cui De Rossi ne è vittima da almeno 4-5 anni; recenti statistiche ricordano di come Daniele sia stato al “Top” nella media voti degli ultimi anni (parliamo dei giocatori della Roma) eppure nell’immaginario collettivo, sembra come se il centrocampista della Roma sia considerato solamente un brocco, viziato e strapagato.

Da dove nasce questo accanimento contro De Rossi? Ci sarebbero tantissime risposte al quesito, per quanto ci riguarda pensiamo e riteniamo che la risposta migliore debba fornircela il giocatore stesso; in che modo? Probabilmente lavorando più intensamente sulla parte mediatica, facendosi aiutare da professionisti del settore che conoscono bene le dinamiche relative ai meccanismi di giornali, radio e Tv. Cosa che fece lo stesso Totti (eravamo nei primi anni 2000) quando chiese la collaborazione di professionisti come Maurizio Costanzo, che poi nel complesso “raddrizzarono” il profilo mediatico del capitano giallorosso, rendendolo “quasi” un’icona anche per i non tifosi giallorossi. Forse è troppo tardi e probabilmente la carriera di Daniele nella Roma è segnata, ma margini per raddrizzare la situazione ci sono ancora e con l’aiuto di professionisti capaci, anche lo stesso De Rossi, si potrà concentrare alle cose di campo; per ottimizzare questo “processo” servirà anche l’aiuto della società, sì proprio dell’AS Roma che è stata e sarà (almeno fino al 2017) la casa del centrocampista di Ostia. Per la società di Piazzale Dino Viola, De Rossi è ancora un capitale, sia umano che sportivo; 3 anni fa è stato fatto un investimento importante su Daniele, con un rinnovo contrattuale che ha portato lo stesso ad essere il giocatore più pagato della Serie A. Riteniamo quindi che il primo lavoro e la prima protezione, debba arrivare all’interno delle 4 mura di Trigoria, almeno per non svalutare l’importante patrimonio che lo stesso De Rossi  incarna. Il giocatore ha un valore immenso, sia per le sue doti sportive, che per quelle umane e per la tradizione di romanità di cui lo stesso De Rossi è il primo testimone;  è proprio su queste basi che bisognerà fondare le basi per il nuovo De Rossi, un Daniele 2.0 al quale tutti dovranno crederci, in primis lo stesso De Rossi, altrimenti andrà perso il “value” sia economico che sportivo, che De Rossi ha rappresentato in questi ultimi 13 anni.

Daniele in tutti questi anni, non ha mai avuto accanto a sè (a parte il suo storico procuratore) una figura che facesse da barriera tra il suo profilo pubblico/sportivo ed i media (come per esempio Vito Scala per Totti) non usa i social network che sono comunque uno strumento utile ed immediato se usati con “mestiere” e parsimonia, probabilmente è il momento di circondarsi di uno staff che possa interagire a 360° con il mondo mediatico e quindi contrapporsi ai recenti abusi della sua persona. 

Prima di “mollare” o di cedere alle tentazioni di campionati esteri, come la MLS, ci permettiamo di consigliare a De Rossi, di fare l’ultimo sprint per andare alla ricerca di quella felicità che solo la Roma, intesa come città e squadra, potranno portargli in dono. Lui ha carattere e forza di volontà per riuscire in questa difficile impresa e come dicevano i latini:  nihil difficile volenti.

Fonte: Gabriele Nobile per insideroma.com

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