Rassegna stampa

L'oriundo che segna come Baggio: "Il mio passato ora non conta più"

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 18-06-2016 - Ore 07:10

|
L'oriundo che segna come Baggio:

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Due gol nelle gare di qualificazione, uno all'esordio in Bulgaria (2-2), il 28 marzo del 2015 (subentrando al minuto 58 a Zaza), l'altro lo scorso 10 ottobre in Azerbaigian (1-3). La partenza a razzo dell'italo-brasiliano Eder ha stregato Antonio Conte, il quale cercava una seconda punta italiana un po' più tecnica della media e in lui l'ha trovata. Ma ecco il crollo: Eder lascia la Samp per l'Inter, passa dalla gloria all'anonimato, segna una sola rete, in Inter-Udinese. Cinquantacinque giorni fa. Quella la sua ultima perla prima dell'acuto di Tolosa. Un gol alla Baggio per risvegliare i sensi e demolire la Svezia, poi un bacio al figlio Eduardo in tribuna. Eder finisce nelle copertine, i criticoni del passato sono serviti. 
TROVA LE DIFFIDENZE - Bocciato dalla critica, ma il ct non lo ha mai messo in discussione, convocandolo in Francia anche se non al meglio fisicamente. «Sono felice, ma lo ero anche dopo la partita con il Belgio. Conta la fiducia dell'allenatore ct, non devo dimostrare nulla. La rete la dedico al gruppo, dove tutti sono importanti. Il passato non mi interessa, voglio che questo diventi un Europeo da ricordare. Io ho saputo aspettare, il lavoro ha pagato e ora me la godo», le parole di Eder, il match winner.
IN PRIMA LINEA - Eder è stato il quarantatreesimo oriundo (origini vicentine) nella storia del calcio italiano. In squadra lui e Motta, poco graditi dal tifo azzurro, tanti forse non hanno dimenticato le foto postate da Eder durante il Mondiale in Brasile nelle quali indossava e tifava la maglia verdeoro. Sono passati due anni, oggi sembra tutto diverso. Chiellini, sull'argomento, è molto chiaro. "In Italia facciamo fatica ad accettare gli oriundi, è la verità. La prestazione di Eder o di un altro nato in Italia viene valutata diversamente. Stesso discorso vale per Thiago Motta. Razzismo? No, non si accettano gli oriundi e basta. Ma è sbagliato. Sono persone che hanno dato tanto e stanno dando tanto, stanno con noi perché se lo meritano e magari in futuro sarà il momento di Thiago di prendersi una rivincita". 

Fonte: La Gazzetta dello Sport -

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

chiudi popup Damicom