Rassegna stampa

Un caso Nazionale: il "Virus Fifa" distrugge i club

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 11-10-2015 - Ore 08:44

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Un caso Nazionale: il

GAZZETTA DELLO SPORT- CALABRESI - C’è un sorriso in mezzo a tante lacrime in giro per il mondo. Alvaro Morata si mette in posa dietro la foto dello Stadium, pollici alzati e un tweet: «Né un mese né quattro. Sto lavorando per esserci domenica». Beato lui, avranno pensato gli altri club, che avevano visto partire i giocatori sani e li ritrovano zoppi, se camminano. Un mese fa, lo avevano chiamato «Virus Fifa», non è trascorsa neppure un’altra sosta e già è diventata una pandemia: ha travolto tutti, le grandi d’Europa fanno il conto dei danni, fregandosene degli aiuti umanitari (assicurativi).

CITY DISTRUTTO Spagna-Lussemburgo è stata un dramma: Del Bosque non poteva fare turnover, dovendo conquistare il primo posto nel girone, ma oltre Morata ha perso pure David Silva, dopo 11 minuti. Distorsione al legamento collaterale mediale della caviglia destra, che già da sola poteva far disperare Pellegrini. Non fosse che la notte precedente il City pensava di aver già pagato il conto con Aguero, partito per il Sudamerica già acciaccato. Tanto che lo il c.t. dell’Argentina Martino, subito dopo la partita persa contro l’Ecuador, si è affrettato a dire: «L’infortunio non è lo stesso che si stava portando dietro con il suo club». Dichiarazioni riportate non certo casualmente dal sito ufficiale del City. Tradotto: per noi poteva giocare, il resto è semplice sfortuna, arrangiatevi. Lesione di secondo grado al bicipite femorale sinistro per il Kun: domenica 25 ottobre c’è il derby di Manchester, lo giocherà qualcun altro, sperando che il secondo giro di partite che inizia stasera non peggiori ulteriormente la situazione.

 
 

PAUL & KARIM Se l’infortunio di Silva, come quello di Morata, è frutto di episodi, quando ci sono di mezzo i muscoli si torna ai soliti discorsi: calendario fitto, troppi impegni ravvicinati, club non tutelati. E pure il dialogo ridotto tra lo staff medico delle nazionali e quello dei club che crea casi diplomatici che non bastano ponti telefonici o scambi di mail per risolvere. Prendete la Francia, senza l’ansia di qualificarsi a un Europeo che organizzerà ma che sfrutta ogni data internazionale per organizzare amichevoli e provare soluzioni utili a Deschamps. Pogba è tornato a casa prima di quella contro l’Armenia, dopo una distorsione alla caviglia in allenamento che rischia comunque di fargli saltare la partita contro l’Inter. Nulla, in confronto alla furia del Real Madrid sulla federazione francese, per l’infortunio di Benzema arrivato in una partita che non contava nulla: «Avevamo avvertito anche l’Arco di Trionfo», dicono con ironica rabbia i dirigenti del Real alla stampa spagnola. Nel senso che tutti sapevano delle condizioni non perfette di Benzema: eppure, Deschamps avrebbe fatto spallucce, nonostante il report inviato da Madrid allo staff medico della Francia. Il risultato? Lesione di primo grado al bicipite femorale della coscia sinistra, dalle due alle tre settimane di stop e, tra le altre, niente Psg-Real Madrid di Champions del 21 ottobre.

DAL BRASILE Non si consolerà, Benitez, sapendo che ieri la federazione brasiliana ha rispedito a Parigi David Luiz, infortunato al ginocchio e che non sarà utilizzabile (così come il portiere Grohe) in Brasile-Venezuela: al suo posto, giocherà il compagno di squadra Marquinhos, e allora Blanc dovrà ancora tremare proprio come ha fatto ieri Benitez, perché il Galles ha schierato Bale non al meglio. «Il Real Madrid non ci ha dato alcuna indicazione su quanti minuti debba giocare Bale», aveva detto il c.t. gallese Coleman, che ha tenuto la sua stella in campo per 90’, contro una Bosnia che ha risparmiato Dzeko, uno che – stando alla diagnosi dell’infortunio in Roma-Carpi – non sarebbe neanche dovuto partire. Garcia ringrazia Bazdarevic, Mancini fa lo stesso con il montenegrino Brnovic, che gli ha rimandato Jovetic.

BAYERN AMARO I tedeschi non hanno fatto polemica, ma il colpo da incassare è comunque di quelli che fanno male. «Che amarezza», si sono lasciati scappare gli addetti stampa del Bayern Monaco, nell’iniziare il comunicato che dà la diagnosi dell’infortunio di Mario Götze, k.o. come la Germania in Irlanda (non sta bene neppure Schweinsteiger): lesione all’adduttore della coscia sinistra, almeno due mesi e mezzo di stop, se ne riparlerà nel 2016. Diversa, e proviamo a indovinarla, la reazione di José Mourinho dopo Albania-Serbia: Ivanovic fuori al 65’, Matic otto minuti dopo, anche loro per problemi muscolari. Come Coentrao nel Portogallo e Biglia nell’Argentina: la Lazio, dopo De Vrij a settembre, è in apprensione anche per il capitano, appena uscito da un altro stop di un mese. Il record è dell’Olanda, che perde due portieri in un colpo solo: k.o. Cillessen nel riscaldamento (schiena) e Krul durante la partita con il Kazakistan (Blind se la prende con il campo, ma si teme un lungo stop). Scommettiamo che non basta che Fifa e Uefa paghino lo stipendio (ma solo dopo il 28° giorno di stop) per consolare i poveri allenatori ?

Fonte: GAZZETTA DELLO SPORT- CALABRESI

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