Il giardiniere nel pallone

Romanisti anonimi

condividi su facebook condividi su twitter 02-03-2018

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Romanisti anonimi

INSIDEROMA.COM - FOIS - Cacchio, ci mancava solo lo psicoterapeuta.

“Ciao, sono Diego e nun vinco niente da nove anni, nove mesi, ventitré giorni e otto ore…”

“Ciao Diego…”

“Ciao sfigati…”

Sì, l’ultima soddisfazione è stata la Coppa Italia strappata all’Inter. La nona della storia. Da lì, la rincorsa alla decima.

Che se ci penso mi vien da ridere.

“Se puoi sognarlo, puoi farlo…” diceva Walt Disney. Be’, caro Walt, tutto vero a patto che non sia romanista.

E dire che da tempo la notte mi tormenta con incubi ricorrenti. E immagino possiate intuire gli incubi di un giardiniere: carburatori da ripulire, catene non lubrificate a dovere, corde che si spezzano durante l’accensione delle attrezzature.

Sì, roba del genere. Roba alla quale sopravvivo(quasi) ogni giorno.

Ma sognare d’essere bello, ricco e famoso, con un elicottero pronto a condurmi alla festa per la decima Coppa Italia della Roma e trovare Bruno Peres ai comandi di volo, be’, non è stato il massimo della vita.

È lì che mi son convinto a rivolgermi ad uno specialista.

“Ciao, sono Eusebio e da qualche tempo ho problemi coi moduli…”

Cacchio, Mister, pure lei in terapia?”

D’altronde chi escludereste, della Roma, dalla tavola del Cappellaio Matto? Amici miei, siete tutti invitati a pieno titolo.

“Ciao, sono Kevin e da sei mesi non becco un contrasto…”

“Ciao Kevin…”

Le vittorie contro Verona, Benevento e Udinese avevano illuso il popolo giallorosso che si è visto sbattere in faccia la cruda realtà: quella sferzata di energia altro non era che l’ultimo sussulto prima della morte.

Amen.

“Ciao, sono Edin e da tre mesi nun ne struscio una…”

“Ciao Edin…”

La Roma vista all’Olimpico col Milan è una squadra senza stimoli, senza motivazioni. Assurda come assurdo sarebbe qualsiasi tentativo volto a spiegare il momento attuale.

Anonima e pigra nel trovare un pronto rimedio. Ah, sabato (ore venti e quarantacinque, Stadio San Paolo) ci sarà il Napoli in quello descritto come un match dall’esito scontato.

Poco importa, in fondo il percorso con lo psicoterapeuta è appena iniziato. Già so che tornerò a farmi male, malissimo.

Vedi Napoli-Roma e puoi muori, appunto.

Ebbene voglio morire. Voglio esalare l’ultimo respiro incazzandomi per loro. Voglio insultarli, amarli e poi tornare a inveirgli contro.

Vorrei scuoterli fino a comprendere cosa li anima (eufemismo) e i motivi di questa folle apatia.

Voglio credere che Walt Disney non fosse fatto di inchiostro e che davvero la speranza, i sogni, a volte possano risvegliarsi dal coma.

E questoNapoli-Roma che tanto timore incute, possa essere il nuovo punto di partenza per una stagione che si sta mestamente spegnendo. Magari con un gol al novantesimo proprio di Bruno Peres.

E lì, finalmente, darei unsenso alla mia intera esistenza romanista. In fondo cos’altro potrei chiedere di più?

“Ciao, sono Alisson e ricordo a tutti che mancano tre mesi, ventitré ore, cinquantanove minuti e cinquantanove secondi all’apertura del mercato estivo…”

Addio Alisson…”

Ecco.

Fonte: INSIDEROMA.COM-FOIS

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