Il giardiniere nel pallone

Spiegategli cos’è la Roma

condividi su facebook condividi su twitter 02-02-2018

| | Commenti →
Spiegategli cos’è la Roma

To be or not to be è l’inizio del soliloquio del principe Amleto nel terzo atto della tragedia di William Shakespeare.

Da tragedia a tragedia, Roma-Sampdoria ha rappresentato quella di Eusebio Di Francesco.

Essere o non essere…

O meglio, esserci o non esserci? Nella Verona tanto amata dal drammaturgo inglese (Domenica ore dodici e trenta, Stadio Bentegodi) converrebbe evitare di esserci, per sospendere l’ennesimo gioco al massacro e un’ulteriore brutta figura; come quelle, ahimè, a cui siamo stati abituati nell’ultimo periodo.

L’unico aspetto, nel dramma, che mi fa ben sperare è la capacità del tifoso romanista di reagire dinnanzi alle difficoltà (eufemismo).

E se all’inizio ne scovavo il motivo nell’indole guerriera e sanguigna che da sempre lo contraddistingue, ho capito in seguito che si tratta soltanto di mancanza di alternative, considerando la scarna bacheca di Trigoria.

Essere o non essere l’allenatore della Roma? Eusebio Di Francesco è stato fin troppo chiaro. Verace e pragmatico a tal punto da far rimpiangere i teatrini di Luciano Spalletti.

“O fai così, o te ne vai” gli avrebbero suggerito dai piani alti in materia di Calciomercato. Lui, per il momento, ha deciso di restare in sella. Sarà suo dovere ritrovare il bandolo della matassa di una Roma confusa e senza idee. Priva di ogni certezza.

E dovrà farlo portandosi dietro tutte le pressioni del caso; sappiamo benissimo che sarà lui a pagare qualora i risultati tardassero ad arrivare.

Essere o non essere il Presidente della Roma? Chissà cosa avrà pensato il buon caro James Pallotta udendo i cori di contestazione dei tifosi giallorossi nell’ultima di Campionato. Mi auguro, almeno questa volta, che non ci siano stati errori di traduzione.

L’invito è stato chiaro: “Pallotta vattene a casa!”. Il problema è dove: Londra, Boston, Roma…

Credo sia quantomeno opportuno che tutti (e dico tutti) i tesserati dell’Associazione Sportiva Roma si tuffino, una volta per tutte, nello stagno dell’umiltà e lascino da parte il mare magnum dell’arroganza. Il popolo giallorosso non pretende alcuna scusa, ha solo voglia di vedere dei professionisti trovare le soluzioni ai loro problemi.

Su le maniche, continuate a lavorare per il bene della gente, di quella gente che, davvero, tiene alto il brand di questa città.

Lo stadio, al momento, resta un sogno. È l’ora di essere operativi.

Essere o non essere tifosi della Roma? Be’, gran quesito. Ho capito da che parte stare (se davvero ce ne fosse stato bisogno) ascoltando la Curva Sud incitare, per tutta la partita con la Samp, una Roma che definire imbarazzante è fargli un complimento.

Ma questa non è e non sarà mai una novità.

Sono loro, i tifosi, il cuore pulsante di questa società. Il moto senza il quale ogni velleità verrebbe meno (altro che Stadio!); a partire dagli zeri sui vari conti correnti.

Non dimenticatelo.

Meno proclami, meno cravatte e più sciarpe sopra quelle giacche. Sporcatevi le mani di erba e dignità.

Riunitevi, sì, ma fatelo coi tifosi. Fatevi spiegare cos’è la Roma.

Cos’è quell’onda travolgente che ci condiziona l’esistenza. Quella voglia di essere liberi, di urlare in faccia al mondo la propria fede.

Quel desiderio di spogliarsi di una vita che non ci appartiene e di vestirsi di dubbi e insicurezze, ma con la certezza di fare la cosa giusta, rincorrendo quel brivido di libertà. Ecco, quel brivido è la Roma.

Magari lo sentite anche voi o forse, se ve lo raccontassero, capireste di non essere all’altezza di tale rappresentanza.

Chissà.

Allora scopritelo e fatelo in fretta…

commentiLascia un commento

Nome:  

Invia commento

Archivio rubrica

-->
chiudi popup Damicom