In punta di penna

E’ la notte dei desideri realizzati

condividi su facebook condividi su twitter 14-03-2018

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E’ la notte dei desideri realizzati

INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - La Roma batte 1-0 lo Shakhtar Donetsk e torna ai quarti di finale di Champions League. Sono passati 10 anni dall’ultima volta in cui i giallorossi erano riusciti a tagliare questo traguardo ed è bello tornare a rivivere quest’atmosfera che tanto era mancata nell’ambiente romanista. Nell’ultima circostanza, la Roma riuscì a superare per 2-1 il Real Madrid al Santiago Bernabeu, nonostante i blancos avessero trovato il pareggio (comunque inutile perché serviva loro una vittoria) con una rete di Raùl Gonzales Blanco in netto fuorigioco ma Vucinic e Taddei siglarono le reti che portarono gli allora calciatori allenati da Spalletti ai quarti di Champions League per la seconda volta da quando ha cambiato nome. Quella del 13 marzo 2018, invece, sarà ricordata come una data importante perché è la prima grande serata positiva in campo europeo da quando c’è la proprietà americana. Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli, Garcia e Spalletti bis, nessuno era riuscito in quest’impresa. Lo ha fatto Eusebio Di Francesco, mister criticato da una piazza che vorrebbe tuttora un allenatore più esperto e con un curriculum più vincente ma l’ex trainer del Sassuolo in quella che una volta era chiamata coppa dei Campioni è arrivato ai quarti di finale al primo tentativo, la Roma non ha ancora preso gol in casa pur avendo già affrontato Atletico Madrid, Chelsea, Qarabag e Shakhtar. Forse, non tutte appartengono al gotha del calcio europeo ma le prime 2 sono arrivate in finale almeno una volta negli ultimi 10 anni, gli ucraini sono degli habitué della competizione ed andare a giocare in pieno inverno in Azerbaigian non è proprio impresa da poco, portando a casa i 3 punti. Un altro elemento della formazione giallorossa spesso nell’occhio del ciclone è Edin Dzeko. La gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League ha dimostrato quanto sia fondamentale nell’economia della squadra il suo apporto. Oltre alla rete qualificazione, è determinante anche per il lavoro oscuro che fa per la squadra. In alcune occasioni, il centravanti bosniaco si è messo a fare il terzino sia destro che sinistro per coprire le incursioni di Kolarov e Florenzi, che si erano attardati nel tornare in posizione, è andato a fare dei raddoppi in fase difensiva, ha tenuto alta la squadra nella ripresa e portato il pressing nella prima frazione di gara. La sua presenza mette in difficoltà ed in tensione le difese avversarie. Lo Shakhtar ne è la prova schiacciante: se l’ex City sta bene, è un attaccante fortissimo. L’azione del gol nasce da un bel lancio di Strootman, altro giocatore un po’ troppo sottovalutato e contestato, per Dzeko che scatta in posizione regolare e beffa il portiere ospite Pyatov in uscita. Una decina di minuti dopo, è sempre Dzeko a mettere in agitazione la retroguardia ucraina con una progressione ed un scontro fisico che vince ma poi il centrale difensivo avversario Ordets lo stende e l’arbitro spagnolo Mallenco lo espelle per una chiarissima occasione da gol. Poco dopo, è quantomeno folle lo spintone che subisce un raccattapalle da Ferreyra, centravanti dello Shakhtar Donetsk ed autore della rete dell’1-1 all’andata. Secondo il direttore di gara, l’episodio ha meritato solo un’ammonizione, chissà se la Uefa prenderà provvedimenti in proposito. Brutto gesto di una squadra tecnicamente molto valida dal centrocampo in su ma nel complesso inferiore alla Roma sia sotto porta che tatticamente, non rendendosi mai pericolosa dalle parti di Alisson, finalmente spettatore non pagante in una partita internazionale del suo club. I calciatori più in difficoltà della formazione di Di Francesco sono stati senza dubbio gli esterni, sia alti che bassi. Bisogna, però, spiegare che Florenzi e Kolarov in particolare ma anche Under e Perotti, avevano clienti non facili e continui raddoppi in entrambe le situazioni di gioco. Tecnico e giocatori sono stati bravi a rimanere lucidi per tutto l’incontro, anche se ogni tanto qualche sbavatura c’è stata (vedi il dribbling non riuscito a Fazio nel primo tempo o l’errore nei minuti di recupero della seconda frazione di gioco da parte di Florenzi). Menzione particolare per Daniele De Rossi: anche stavolta, come contro il Torino ma in un match certamente più intenso e di maggior spessore emotivo e dispendioso fisicamente e mentalmente, ha regalato una prestazione di livello molto alto. Consigli per i compagni, tackle puliti, carica agonistica positiva, lanci quasi sempre precisi anche di 25-30 metri da un lato all’altro del campo o in verticale. Sembra stia vivendo una seconda giovinezza in questa parte di stagione e la speranza è che continui così almeno sino al termine della stagione. Forse, un po’ meno incisivi Perotti ed Under, anche se entrambi sono andati meglio nella seconda parte di gara. Bravo Di Francesco nella gestione dei cambi: ha tolto Under dopo più di un’ora di gioco, stanco per aver dato tutto in entrambe le fasi ma meno brillante di un mese fa. Importante anche l’ingresso di Gerson, che ha aiutato molto Florenzi in ripiegamento ed era un punto di riferimento in fase avanzata. Dzeko era molto stanco ed El Shaarawy è sempre molto generoso e nell’ultima parte di partita, era necessario sacrificarsi per il proprio compagno. Non è stata Roma-Chelsea o Chelsea-Roma, probabilmente le sfide giocate meglio dalla squadra targata Di Francesco ma è stato un gruppo compatto in tutti i sensi, che ha eseguito alla perfezione ciò che il suo mister le aveva richiesto. I giallorossi si sono dati 45’ di tempo per capire le intenzioni dell’avversario e dove potessero far male. Capito che le imbucate centrali sarebbero state di difficile lettura per gli ucraini, soprattutto nei centrali, spesso si è tentato il lancio lungo in verticale per scavalcare la mediana ucraina e mettere Dzeko nelle condizioni o di segnare o di fornire assist ai compagni. Su una di queste, è arrivata la tanto sospirata rete dell’1-0, che voleva dire qualificazione e così è stato. La Roma ha attaccato con raziocinio non scoprendosi mai alle iniziative dello Shakhtar ma impedendo agli ucraini ogni possibilità di impensierire l’estremo difensore giallorosso. Questa era la Roma che serviva per passare il turno e questa è stata. Ora, però, testa al campionato ma con uno sguardo anche ai sorteggi di venerdì a Nyon, perché il lotto delle squadre vede già presenti Bayern Monaco, Real Madrid, Manchester City, Siviglia, Liverpool e Juventus, in attesa della vincente tra Chelsea e Barcellona. Probabilmente, una delle Champions League più difficili da quando esiste. Si spera di incontrare la formazione andalusa, ex squadra di Monchi ed allenata da Montella, grande ex romanista. Forse, sarebbe lo scontro diretto più equilibrato per entrambe, poiché con le altre sarà una vera impresa uscire senza passivi pesanti o prestazioni complicate da digerire. E’ comunque bello vivere la notte dei desideri, che per una volta si sono realizzati. Ma come ha detto il tecnico giallorosso: ”Vogliamo continuare a sognare”.

Fonte: A cura di Massimo De Caridi

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