Pillole di saggezza

Quando vince la controinformazione

condividi su facebook condividi su twitter 18-12-2015

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Quando vince la controinformazione

La Roma è sotto attacco, adesso si può tranquillamente dire…

Parliamoci chiaro, gli errori recenti del management di AS Roma sono sotto gli occhi di tutti, i risultati stagionali anche, con la squadra guidata da Rudi Garcia, eliminata in maniera indecorosa dallo Spezia agli ottavi di Tim Cup, con un ritardo in classifica dall’Inter prima di 7 punti, con la “zona” Champions distante 3 punti e con la Juventus che ha recuperato ai giallorossi 12 punti in pochissime partite. Per non parlare poi delle prestazioni in campo con la Roma ferma all’8 novembre, data dell’ultima vittoria della squadra nel derby contro la Lazio. Unica nota “positiva” il superamento del turno del girone di Champions che permetterà ai giallorossi di sfidare il Real Madrid negli 1/8 di Champions. Questa è la cronaca..

Ma il fatto che vorremmo sottolineare è un altro: la Roma in questi anni, ma specialmente negli ultimi mesi non ha goduto mai di quella “protezione naturaleche si può e si poteva concedere ad un club che, nel bene o nel male, è stato costruito per vincere: ripetiamo fino al giorno del derby la squadra viaggiava ad una media importante (un po’ meno in Champions) che poteva bastare per arrivare e quindi competere per i primi posti in campionato. La rottura era iniziata prima di quella partita, con frange di tifosi (e non parliamo della Curva Sud che già dal precampionato stava combattendo una giusta battaglia contro le istituzioni per le note vicende legate allo stadio) che sia attraverso interventi nelle radio, ma anche e soprattutto tramite i social network avevano deciso di “boicottare” la squadra. Ovviamente i tifosi erano e sono liberi di esprimere il loro malcontento, ma ci è sembrato molto strano che questo “momentum” coincidesse con quello della maggior parte degli attacchi di alcune radio e di altrettanti quotidiani che da almeno 6 mesi avevano deciso, come linea editoriale, di “sfondare” senza riserva il club, il management ma soprattutto la squadra ed il suo allenatore.

Nel momento peggiore della squadra ma con una stagione ancora tutto sommato in pieno svolgimento e con alcuni obbiettivi ancora a portata di mano, una sezione importante di quello che viene comunemente chiamato l’ambiente romano è riuscito a trascinarsi dietro anche quella fetta di tifoseria che, almeno negli anni recenti, era rimasta affezionata alla squadra oltre che al club ed alla nuova proprietà yankee. Le poche presenze allo stadio, il disinnamoramento totale non può essere frutto solamente dei risultati negativi di questo ultimo mese, probabilmente dietro c’è dell’altro.

Attenzione qui non si parla di critica giornalistica “sana” anche quella dura, che da sempre è alla base di tutto quello che ruota intorno ad argomenti importanti come la politica, lo sport ed il calcio; anche noi di Insideroma abbiamo espresso i nostri dubbi e sollevato alcuni interrogativi su quanto stava e sta capitando alla Roma, ma in questo caso poco centra con quello che avviene in questa città dove la critica si è trasformata in qualcosa di diverso, ogni argomento viene strumentalizzato con una ferocia eccessiva riuscendo a creare una realtà che di fatto non esiste.

I poteri forti della controinformazione romanista, mai così potenti come in questo momento, sono riusciti nell’intento di fare proselitismo e quindi portarsi dietro una sacca importante della tifoseria romanista che molto probabilmente non era immune e quindi debole proprio per i risultati ma forse ancora di più dalla "ambizioni" della squadra stessa, almeno ad inizio stagione.

Il tentativo di boicottare tutto quello che ruota intorno alla società guidata da James Pallotta era stato già messo in atto da tempo, complice una società debole e strutturata in maniera inadeguata e non pronta a fronteggiare il “fuoco nemico”, probabilmente anche per scelta e per sua impostazione. La distanza del presidente da Roma, gli errori di comunicazione del club di piazzale Dino Viola, il non aver compreso che il creare un modello come Roma Radio e Roma Tv abbia generato malumori enormi, favorendo attacchi frontali e sistematici. 

Lo scorso anno vi avevamo raccontato di come la “character assassination” fosse un'escalation potenziale e prevedibile,  oggi vorremmo spostare il focus su come la manipolazione dell’informazione” in salsa romanista ha la sua genesi fin dallo sbarco a Roma dei soci a stelle e strisce: eravamo nel 2011 quando ogni iniziativa targata USA veniva sbeffeggiata e mai accompagnata. Come sottolinea Noam Chomsky, una sorta di star del contro pensiero, in una delle sue analisi sulla manipolazione dell’informazione specificava di come: «Si crea un problema, una ‘situazione’ prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desidera far accettare” e se ci pensate bene questo è successo, anche in chiave Roma, volete degli esempi? Beh la battaglia sul nuovo logo della Roma, la strumentalizzazione da parte di alcuni sulle operazioni di calciomercato da parte del DS Sabatini arrivando (spesso anche in maniera diretta e senza giri di parole) a dire che lo stesso direttore sportivo “lucrava” sulle operazioni stesse, nonostante la Roma (che ricordiamo essere un club quotato alla borsa di Milano) puntualmente pubblicava (cosa rara anche per altri club) numeri e cifre delle commissioni verso i procuratori, per la gente ed i tifosi Manuel Iturbe è stato pagato 35 milioni di euro, quando le cifre a bilancio parlavano in maniera ufficiale di 23.  Per molti “comunicatoriPallotta non era e non è il presidente della Roma, ma solo un prestanome di Unicredit e che fino a qualche anno fa, non aveva mai versato soldi, fino a quando diversi aumenti di capitale dell’uomo di Boston oltre all’acquisizione da parte dello stesso, dell’ultima quota in mano a Unicredit (Agosto 2014) , aveva in maniera inequivocabile levato ogni dubbio, eppure il “claim” era sempre lo stesso. Tutta Roma era, ed è, probabilmente è ancora convinta che il DG della Roma Mauro Baldissoni fosse un noto tifoso laziale, il tutto perché la teoria di "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità" ha prevalso su fonti e documentazioni “certificate” prodotte dallo stesso direttore generale.

Gli stessi “comunicatori” che a fasi alterne, ma specialmente quando la Roma perde, danno spazio ad esponenti della vecchia proprietà, per farsi raccontare fatti e curiosità che inevitabilmente creano polemiche; quando basterebbe per gli stessi esponenti, di convocare una conferenza stampa pubblica (visto che la voglia di parlare è tanta) e raccontarci come di fatto andarono le cose nel periodo che la Roma dei Sensi fu ceduta al gruppo di investor capitanati da James Pallotta, ma crediamo che questo non avverrà mai…

Ma la sintesi del pensiero di Chomsky è racchiusa in quanto successo con le vicende dello stadio ed i vincoli predisposti dal Prefetto Franco Gabrielli; dove da fine agosto fino a poche giorni fa, gli stessi comunicatori ci hanno fatto intendere di come la Roma fosse complice della prefettura e di Gabrielli e che da Trigoria arrivano input specifici per ostacolare i propri tifosi, per rivelarsi una “bufala” dopo aver notato l’atteggiamento di chiusura dello stesso Gabrielli proprio nei confronti di Pallotta, nei suoi giorni romani, ma oramai il danno era fatto con uno stadio silenzioso ma soprattutto vuoto (i fatti di Parigi sono arrivati dopo il 14 novembre). Tralasciamo volutamente l'argomento del "nuovo Stadio della Roma" al quale dedicheremo un focus specifico.

In conclusione non vorremmo far passare il concetto che i “Fans” della Roma siano soggetti facilmente influenzabili dai media, i tifosi della Roma, da sempre, si sono storicamente dimostrati come appassionati e vicini alla loro squadra anche in momenti peggiori di quelli odierni. Abbiamo solamente voluto sottolineare di come tutti noi siamo vittime di messaggi subliminali atti a destabilizzare la piazza e gli umori.  

A Roma si passa velocemente dal pensiero di Chomsky alla teoria della “coperta corta” ma questa è un’altra storia…

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adriana pisu 18/12/2015 - Ore 13:52

finalmente una teoria che faccio mia al 100%...........Povero Pallotta speriamo che sia piu' forte della delusione che sicuramente avra' in questo momento e che non ceda di un millimetro neanche per un giusto " quieto vivere!!!

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