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Insultami ancora, Daniele

condividi su facebook condividi su twitter 04-10-2016

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Insultami ancora, Daniele

PIERO TORRI - Vero. Puro. Onesto. Mai banale. Romano. Romanista. Ed è già più di tanto direbbe Ivano Fossati. Questo per me è Daniele De Rossi. Anche ora che, tanto per cambiare, più di qualcuno gli ha di nuovo puntato il dito contro per quel pezzi di merda inviato a tifosi ma io credo pure a una certa parte della comunicazione romana che si dice ma non lo è romanista. Io sto con Daniele. Se non altro perché non mi sento minimamente offeso dal suo insulto per il semplice fatto che so con certezza che non era rivolto al sottoscritto così come a tanti, ma tanti, altri tifosi giallorossi.

Quelli, al contrario, che si sentono offesi nel loro orgoglio, ne hanno il diritto, per carità, quelli onesti intendo, certo non i cialtroni e i delinquenti che purtroppo popolano questa città solo per mettere i bastoni tra le ruote di questa Roma e, quindi, dei suoi protagonisti. A entrambi, comunque, li invito a riflettere su quelle parole del biondo di Ostia. Che è poi lo stesso che neppure tanto tempo fa, quando gli domandarono se fosse intenzionato a togliersi la maglia della Roma per andare a giocare da qualche altra parte, rispose che lui la maglia della Roma se la toglieva solo per lanciarla ai tifosi. L'ennesima conferma del suo essere romanista nell'anima, nel cuore, sulla pelle, nella testa. Roba che, probabilmente, in più di un'occasione è stata più un danno che un vantaggio per la sua carriera.

Si può anche non condividere lo sfogo di Daniele, ma non si può non capire. Intanto non lo ha fatto per difendere se stesso, ma un suo compagno di squadra, Dzeko, che in poco più di un anno di Roma si è sentito rivolgere una valanga di critiche e insulti che avrebbero steso uno tosto, figurarsi un ragazzo , giusto per usare una terminologia spallettiana. E poi quel pezzi di merda ne ha ribadito la sua appartenenza, il suo senso di squadra, la capacità di essere uomo spogliatoio e leader. Mi fa sorridere, anzi incazzare, quando sento i censori di De Rossi sbandierare il suo stipendio come una colpa senza precedenti. Ricordo a tutti, anche ai cialtroni e delinquenti, tizi che in passato il biondo di Ostia ha sputtanato con coraggio e onestà intellettuale, che quando firmò il rinnovo contrattuale, con questa proprietà, nessuno mise pistole sul tavolo e, pure, che se quel contratto non fosse stato firmato, tutti, compresi cialtroni e delinquenti, avrebbero lapidato la dirigenza romanista se quella firma non ci fosse stata. E ricordo pure che a quei tempi, il ragazzo cresciuto a Trigoria, aveva sul tavolo di casa un'offerta notevolmente più ricca, formulata dal Manchester City, tanto è vero che Roberto Mancini, all'epoca sulla panchina del City, lo considerava ormai un giocatore acquisito dal suo club di proprietà di un emiro.

Ma questa è storia per chi la vuole intendere e capire. Quello che ora mi preme sottolineare è che ancora una volta Daniele De Rossi si è dimostrato una persona senza trucchi e inganni, roba che invece nel mondo del calcio è molto più diffusa di quello che si potrebbe chiedere. Una volta un direttore che ho avuto al Corriere delle Sport, dopo che lo era stato di Tuttosport, nel corso di un aspro confronto a quattr'occhi, mi disse che nella vita bisogna mettersi il vestito giusto a seconda delle occasioni e delle opportunità. Gli risposi che io di vestito ne avevo uno solo, non perché non riconosca che cambiare idea è anche un sintomo di intelligenza, ma perché su certe cose non si può essere il contrario di se stessi, non si può essere juventini e poi romanisti, o viceversa, questo tutto è meno che intelligenza.

Ecco perché mi piace Daniele De Rossi, non perché lo conosco da una vita. Mi piace perché è vero, pulito, onesto. E allora, insultami ancora, Daniele.

Fonte: Piero Torri

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luciano larocchia 05/10/2016 - Ore 09:36

Grande Piero Torri lo sei sempre stato e lo sarai sempre alla faccia di quelli che sono solo capaci di salire sul carro del vincitore. In questi giorni attraverso le radio romane, no dico un falso, una solo radio romana che riesco ad ascoltare qui nella mia città, L'Aquila, non faccio il nome, per non fargli pubblicità, i cari commentatori ed opinionisti ne stanno sparando di impropreri (sono educato vorrei dire maleparole di brutto) contro De Rossi. Porelli si sentono offesi e umiliati? Quanto sono belli, quanto sono seri, ma nei loro armadi non ci guardano mai? Forse ci troverebbero qualche scheletro.

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