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INSIDE PREMIER - Origi tiene viva la lotta al titolo. Stasera tocca al City. Sarri in Champions. Arsenal e United harakiri

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 06-05-2019 - Ore 11:00

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INSIDE PREMIER - Origi tiene viva la lotta al titolo. Stasera tocca al City. Sarri in Champions. Arsenal e United harakiri

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI  - Missione compiuta per il Chelsea, che vince contro il Watford e vola al terzo posto, scavalcando il Tottenham e conquistando aritmeticamente il pass CHampions. Allo Stamford Bridge Sarri sceglie i titolari per raggiungere i tre punti che sarebbero fondamentali per la corsa alla Champions League. Dentro quindi Higuain e Hazard, in panchina a Francoforte nella semifinale di andata di Europa League. Il primo tempo è tuttavia di grande sofferenza per i Blues, che faticano a macinare gioco contro una squadra in posizione tranquilla di classifica, ben messa in campo da Gracia. Hazard predica nel deserto, Higuain è poco servito e Pedro aiuta poco in fase offensiva. L'occasione migliore dei primi 45' arriva infatti per gli ospiti, con Kepa che deve compiere un grande intervento su Deeney. Per Sarri la notizia peggiore è non tanto il risultato di 0-0, quanto l'infortunio muscolare a Kanté, uscito dopo dieci minuti: la sua presenza nel ritorno contro l'Eintracht è in forte dubbio. Nella ripresa il Chelsea innesta le marce alte e aziona l'ascensore. Arriva infatti su colpo di testa l'-uno-due che decide la partita. È sempre Hazard a imbastire la manovra: il piede del belga invita a nozze prima Loftus-Cheek (48'), poi David Luiz (51'), che con stacchi imperiosi battono Foster. E Stamford Bridge, con il terzo posto a portata di mano, finalmente alza il volume. Prova a silenziarlo Deulofeu, ma il tentativo dell'ex Milan non è preciso. Il Chelsea, forte del 2-0, si trova la partita in discesa e sfruttando l'inerzia cerca ripetutamente il 3-0. Ci va vicino con Pedro e Loftus-Cheek, che concludono una splendida azione corale, e poi con Higuain, ben imbeccato da Jorginho. Foster è bravo a murare il bolide del numero 9. Il Pipita si vendica al 75': il suo taglio è premiato da Pedro, Higuain conclude con un morbidissimo scavetto e trova l'angolino per il 3-0. Poco dopo, esce tra gli applausi dello Stamford Bridge. C'è una finale di Europa League da conquistare. E c'è un terzo posto da difendere, in casa del Leicester.

I Red Devils devono per forza vincere se vogliono continuare a credere nella qualificazione alla prossima Champions League. L'impegno in calendario è di quelli agevoli: l'Huddersfield è già retrocesso e viene da otto sconfitte consecutive. In totale, i Terriers hanno perso in 21 delle ultime 23 gare di Premier League. I primi 25 minuti sono tutti di marca United, che vanno vicini al gol con Lindelof e possono contare su un Sanchez ispirato. La rete arriva dopo otto minuti: la bella combinazione tra Mata, Sanchez e Rashford, unita a una deviazione della difesa dei Terriers, libera al tiro McTominay, che con il sinistro trova l'1-0. Grave però la responsabilità di Lössl, che riesce a deviare solo con il ginocchio un pallone che è decisamente centrale. Lo United legittima il vantaggio anche con la traversa di Pogba su cross di Mata. Nel complesso, lo 0-1 può star stretto alla banda Solskjaer. Nella ripresa i Red Devils entrano in campo meno aggressivi, e l'Huddersfield soffre di meno. Niente che possa far pensare a un pareggio. Eppure al 60' accade l'impensabile. Lo United batte un corner, Lössl blocca e rinvia, lanciando il contropiede. Sul pallone ci sarebbe Shaw, ma il terzino liscia clamorosamente e apre un'autostrada per Mbenza, che fulmina De Gea e trova l'1-1. A niente vale il forcing finale del Manchester: Jones non capitalizza una punizione di Young, Rashford e Chong trovano pronto Lössl. L'occasione del 2-1 arriva a Pogba, ma il francese ha un conto aperto con la sorte, e il suo interno trova per la seconda volta la traversa. Gli otto minuti di recupero (se ne sono persi cinque per la rottura dell'asta di una bandierina) non regalano ai Red Devils il gol della speranza. Solskjaer si dovrà accontentare dell'Europa League. Chissà se lo faranno anche i giocatori.

Subito una fiammata offensiva per i Gunners al 2’, con una conclusione di prima intenzione di Mkhitaryan; il destro incrociato dell’armeno colpisce in pieno il palo alla destra di un battuto Ryan, poi Ozil sul possibile tap-in viene pescato in fuorigioco. Al 9’ Stephens sgambetta Monreal appena entrato in area avversaria e l’arbitro, dopo averci pensato un attimo, concede il rigore all’Arsenal: Aubameyang spiazza il portiere a fil di palo con un destro preciso e potente per il vantaggio dei padroni di casa. Il Brighton prova a sorprendere Leno con una punizione di Gross, ma il centrocampista dei Seagulls prende in pieno il muro della barriera, per l’esattezza la spalla di Papastathopoulos. Alla mezz’ora March prova il tiro sul primo palo ma viene chiuso bene in calcio d’angolo da Lichtsteiner. Leno esce a vuoto su un tiro-cross non particolarmente irresistibile di Bissouma, ma poi si riscatta subito dopo bloccando sulla linea un insidioso colpo di testa di Murray. Sul fronte opposto Ryan è bravissimo a negare la rete del 2-0 sul finire del primo tempo: prima su un tuffo di Mustafi e poi sul sinistro radente di Aubameyang. A inizio ripresa Leno ferma in due tempi il potente tiro in scivolata di March. Al 60’ Xhaka commette una clamorosa ingenuità facendosi saltare da March e poi stendendolo in area; Murray sigla l’1-1 dal dischetto. Emery compie tre sostituzioni contemporaneamente: Kolasinac, Iwobi e Guendouzi rilevano rispettivamente Lichtsteiner, Xhaka e Mkhitaryan. Aubameyang sfiora il 2-1 da due passi calciando con una specie di mossa da arti marziali, ma il pallone è largo. Ci prova al 90’ anche Lacazette in girata, ma Ryan non si fa sorprendere. L’Arsenal è quasi matematicamente fuori dalla zona Champions League. Per sperare di rientrarci nella prossima stagione, i Gunners devono ora concentrarsi sul Valencia per percorrere la strada che porta alla finale di Europa League di Baku.

Che beffa per il Tottenham. Dopo un primo tempo dominato, in cui poteva essere avanti di almeno due reti, la squadra di Pochettino rimane in nove contro undici e al 91' subisce la rete dell'1-0 che la condanna a un altro turno di passione in Premier League. 
Niente turnover per Pochettino, malgrado la semifinale di ritorno di Champions League sia alle porte. Giocano i migliori perché c'è un terzo posto da proteggere dall'assalto di Chelsea, Arsenal e Manchester United. A difendere i pali del Bournemouth c'è l'irlandese Mark Travers, classe '99, all'esordio in Premier League. Il giovane se la cava, eccome. Rischia di subire un gol da centrocampo su tentativo di Lucas Moura, ma poi gestisce l'emozione ed è grazie a lui se il Bournemouth chiude il primo tempo senza reti al passivo. Travers è decisivo prima su un bolide di Alli, poi due volte su Moura, con il brasiliano lanciato a rete in entrambi i casi. Conclude la sua giornata da eroe sventando in corner un colpo di testa del numero 20 di Pochettino. Va vicino alla rete anche Heungmin Son, ma il suo sinistro è alto. Non è giornata per il Tottenham, lo si capisce anzitutto dalle occasioni divorate. Lo si accerta con le espulsioni giunte a cavallo del primo e del secondo tempo: al 43' Son si guadagna gli spogliatoi per una reazione violenta su Lerma, al 48' è il turno di Foyth, autore di un intervento folle a gamba tesa appena due minuti dopo il suo ingresso in campo. Per gli Spurs diventa tutto maledettamente più complicato. 
Pochettino scuote la testa: sa che i suoi stanno mettendo a rischio una qualificazione Champions praticamente già in tasca. L'allenatore argentino fa l'unica cosa sensata: tutti in difesa a proteggere Lloris. Il piano partita riesce fino ai minuti finali, quando gli argini si rompono. Il portiere francese salva su Ibe, Wilson e Mousset e deve pregare in due mischie in area piccola al 90'. Poi un corner battuto da Fraser trova Aké indisturbato: il colpo di testa del difensore regala la vittoria al Bournemouth e la chance di sorpasso al Chelsea, la squadra dove è cresciuto. Il Tottenham resta a 70 punti: l'ultima gara sarà in casa contro l'Everton. Servirà una vittoria per strappare il pass per la Champions. Già, come oggi.

Dal sogno all'incubo e ritorno. Così potrebbe riassumersi il sabato notte del Liverpool, che riacciuffa momentaneamente la vetta della Premier League al termine di una partita infinita a St. James Park: gli uomini di Klopp si portano due volte in vantaggio sul Newcastle, che due volte rimonta. Con il rischio di veder scappare il Manchester City (che ancora deve affrontare il Leicester) e con la paura nel cuore per l'uscita dal campo in barella di Mohamed Salah dopo un brutto colpo alla testa, il Liverpool riesce quindi a trovare il gol vittoria all'86', con i sogni di conquista del titolo che restano inalterati. I Reds partono meglio, con Mané e Salah che si costruiscono tre nitide occasioni nei primi dieci minuti. E al 13' il gol arriva: lo trova Van Dijk con un gran colpo di testa su corner battuto da Alexander-Arnold. Troppo solo nell'occasione il centrale olandese, con in particolare Dummett che se lo perde senza attenuanti. Che il Newcastle voglia giocarsela alla pari si capisce però già al 20', quando Rondon semina il panico nell'area di rigore del Liverpool. Quindi, al 20', arriva il pareggio: Ritche scarica per Rondon, il venezuelano tira a botta sicura con Alexander-Arnold che salva sulla linea di gomito, irrompe però Atsu che ribadisce in rete. Il Newcastle insiste e sfiora anche il vantaggio al 27', ma la sassata di Ayoze Perez si infrange contro la traversa. E appena un minuto dopo, il Liverpool si riporta in vantaggio: l'azione parte sulla destra, con Sturridge che di tacco libera Alexander-Arnold, sul cross di quest'ultimo arriva la girata di destro di Salah in piena area che vale il 2-1. Per lui è la rete numero 100 nei campionati europei. La squadra di Klopp sulle ali dell'entusiasmo continua ad attaccare, ma Dubravka è attento su Sadio Mané. A inizio ripresa è quindi Sturridge a sprecare una grande occasione per il tris, sparando alle stelle un buon pallone in area. Ma i Magpies, mai domi, un po' a sorpresa pareggiano al 54': corner battuto da Ki Sung-Yong, la palla esce dall'area, Manquillo la rimette dentro e Rondon trova la deviazione decisiva su cui Alisson nulla può. Per il Liverpool piove sul bagnato, perché Klopp è costretto a rinunciare alla sua stella Momo Salah al 73': l'egiziano stramazza al suolo dopo uno scontro fortuito con Dubravka e lascia il campo in barella e in lacrime, con le mani sul volto. Al suo posto in campo entra Divock Origi e proprio il belga trova la deviazione decisiva su punizione di Shaqiri che regala ai Reds i tre punti che potrebbero rivelarsi determinanti nell'appassionante duello con il Manchester City di Guardiola.

Negli altri match di giornata: Continua la rincorsa del Wolverhampton a un possibile posto in Europa League (cui sarebbe qualificata la settima in classifica in caso di vittoria della FA Cup da parte del Manchester City). E i lupi, battendo per 1-0 il Fulham già retrocesso, sono sempre più soli proprio nella prima posizione alle spalle delle sei big. Allo stadio Molineux decide una rete di Dendoncker al 75'. Molto più rotondo il 3-0 con cui il West Ham ha la meglio sul Southampton: la doppietta di Arnautovic (16' e 69') spiana la strada ai londinesi, con Fredericks che fissa quindi il risultato al 72'. Amarissima invece la sconfitta interna del Cardiff City contro il Crystal Palace, che vale l'aritmetica retrocessione in Championship per i gallesi. Finisce 3-2: dopo il vantaggio ospite firmato da Zaha al 28', al 31' è già 1-1 dopo l'autogol di Kelly. I Glaziers però prendono il largo grazie alle reti di Batshuayi al 39' e Townsend al 70'. Inutile il gol di Reid al 90' che accorcia le distanze ma non basta al Cardiff per conservare un posto in Premier League.

Fonte: INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI

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