Calcio Internazionale

Scontro tra la FIFA e alcune Federazioni europee sul nuovo Mondiale per Club

condividi su facebook condividi su twitter Redazione 17-03-2018 - Ore 20:34

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Scontro tra la FIFA e alcune Federazioni europee sul nuovo Mondiale per Club

Il Mondiale  per club della FIFA, attualmente vede sfidarsi sette club (i vincitori di Champions League e Copa Libertadores, il campione del Paese ospitante, i vincitori delle coppe continentali di Oceania, Centro-Nord America, Africa e Asia) e che non ha dato i frutti sperati in termini di incassi dalle televisioni, la Fifa e Infantino intendono rivedere il format del torneo, dando vita a una competizione con 24 squadre divise in tre gruppi da otto, dei quali farebbero parte le migliori formazioni dei cinque continenti.

Il nuovo mondiale per club, che si disputerebbe ogni quattro anni nell’anno precedente i campionati del Mondo di calcio per nazioni, prenderebbe dunque il posto sia dell’attuale mondiale per club sia della Confederation Cup.

La formula del nuovo mondiale per club, come rivelato dal New York Times, non sembra però piacere alla federazioni e alle leghe europee, che avrebbero manifestato il proprio scetticismo sul piano di Infantino in occasione del comitato esecutivo della Fifa riunitosi nei giorni scorsi a Bogotà. Tra gli oppositori del nuovo format del mondiale per club ci sarebbero tra gli altri il CEO della Premier League, Richard Scudamore.

Circa il 90% delle entrate della Fifa derivano dalla Coppa del Mondo di calcio, un torneo che si svolge ogni quattro anni e i cui proventi sono insufficienti a finanziare i piani di sviluppo delle federazioni minori che sono stati alla base del consenso ricevuto da Infantino al momento della sua elezione a presidente.

Anche per questo motivo, scrive il New York Times, il numero uno della Fifa, punterebbe a riformare il format del mondiale per club per renderlo più appetibile alle televisioni, arrivando così ad incassare una cifra considerevole: si parla di circa 5 miliardi di dollari tra diritti tv e sponsorizzazioni.

Fonte: NEW YORK TIMES

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